E per fortuna che è finito. Quello di Bartlomiej Drągowski è il classico caso del “da ora in avanti potrà andare solo meglio“. Perché di fatto un anno peggiore del 2023 per il portiere polacco è difficile da pensare e – soprattutto – gli auguriamo che sia un unicum nella sua carriera. Iniziarlo da infortunato (ricordate Lasagna a Verona?) e finirlo ai margini di club e Nazionale è davvero un percorso poco invidiabile. E anche se l’apprensione e relativo sospiro di sollievo del Bentegodi risalgono al 2022, è proprio da lì che la parabola discendente è cominciata, sia a livello fisico che mentale.
Addio Nazionale
Il terribile infortunio alla caviglia dell’ultima partita prima della sosta, infatti, non ha solo costretto Drągowski ai box per diverso tempo, ma gli ha fatto anche saltare la spedizione in Qatar per il primo Mondiale invernale di sempre. La Polonia ha dovuto infatti partire senza di lui – pur terzo dietro a Szczesny e Skorupski – per quella che sarebbe stata comunque una vetrina mica da poco. E suo malgrado non sarà la prima volta. L’estremo difensore torna fra i convocati a marzo e poi in estate per le qualificazioni, ma di nuovo a fine anno non parte. Prima per problemi personali, poi per scelta del neo CT, che gli preferisce Bulka. Il motivo lo spiega lui stesso: Drago non è al meglio. Nelle parole di Probierz c’è anche però la certezza che dal 2024 si riparte. E Drago lo spera.
Non più titolare
Con il club, però, le cose non sono andate meglio. Drągowski ha dato l’impressione di essere uno dei giocatori che ha maggiormente accusato la retrocessione in Serie B ed è stato uno dei più bersagliati dalla tifoseria per le prime prestazioni in campionato. Rimasto titolare con Alvini, però, ha incassato ben 20 reti in 13 uscite con la porta inviolata soltanto in tre occasioni. Un po’ poco per un portiere ritenuto fra i più forti della Serie A e ridimensionato nel rendimento. La tenuta fisica è inevitabilmente un tema: il numero 69 ha dato l’impressione di soffrire tanto, troppo più del solito soprattutto alla schiena e sia contro il Pisa che contro il Parma ha chiamato in causa Zoet a pochi minuti dalla gara per problemi nel riscaldamento. E proprio nell’ultima occasione l’olandese si è preso il posto, invertendo definitivamente le gerarchie.
Ai margini
Anche se lo stesso Drągowski ha sempre ribadito di essere felice allo Spezia e di non pensare al mercato, l’avvento di D’Angelo in panchina dovrà sicuramente portare a una decisione chiara e netta. Il portiere non ha soltanto perso i gradi di titolare, ma contro il Cittadella non è nemmeno salito sul pullman per Padova, dopo più di una incomprensione con l’allenatore. Un contesto che a gennaio potrebbe trovare sbocchi sul mercato, anche se la situazione contrattuale non aiuta di certo né lui né tantomeno lo Spezia. La certezza è che Drągowski ad oggi non sia più quello che era riuscito a non far rimpiangere Provedel, vittima di un 2023 da dimenticare come per le Aquile. Un anno che il polacco ricorderà probabilmente solo per una unica grande gioia: la nascita del secondogenito Wincent.