1 Aprile 2022 - 15:30

Granoche a SP: “Dai Spezia, ultimo sforzo. Maggiore top? Ne ero certo”

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Indimenticato bomber della Serie B, Pablo Granoche è ancora oggi il miglior marcatore straniero della serie cadetta, con ben 98 reti realizzate. E anche la maglia bianca ha contribuito a questo record, visto che l’attaccante l’ha vestita in due stagioni, fra il 2016 e il 2018. Il rettangolo verde è ormai il passato, ma il futuro è ancora tutto da scrivere: nonostante l’addio ai palcoscenici del calcio professionistico, però, il Diablo continua a seguire la Serie A e lo Spezia, che gli è rimasto nel cuore. La nostra redazione lo ha intervistato in esclusiva in vista di Spezia-Venezia, gara che lo ha visto ricordare molti compagni in campo sabato.

Il calcio come ragione di vita, quali sono i suoi prossimi piani?

A dicembre ho deciso di smettere perché ho avuto in infortunio al menisco esterno e avrei dovuto operarmi ancora dopo il crociato di qualche anno fa. Ho capito che non aveva senso fare un altro intervento e ho preso la decisione di chiudere la carriera. Per ora mi guardo intorno, osservo gli allenamenti, vorrei capire qual è la mia prossima strada. Ora è tutto fermo, aspetto l’estate ma nel frattempo giro molto e vediamo cosa può succedere.

Non ha smesso di seguire la Serie A e il suo Spezia ovviamente. Che cosa gliene ne pare della squadra di Motta?

Da quando sono andato via dallo Spezia ho continuato a seguire tutte le partite, dalla B alla magica promozione. Sono felice che la squadra si approdata in Serie A, ho ancora molti amici lì, questo traguardo è meritato. Devo dire che sono rimasto sorpreso: negli ultimi anni club piccoli e neopromosse hanno sempre fatto fatica, invece l’anno scorso la squadra ha fatto un grande campionato con Italiano e ora con Motta si sta riconfermando.

A proposito di compagni: c’era un giovane Giulio Maggiore in quella squadra. Che ricordo ha? Si aspettava questa crescita?

Ricordo bene Giulio, si vedeva da subito che avrebbe avuto un potenziale importante. Non avevo dubbi che sarebbe diventato una bandiera dello Spezia e che avrebbe avuto la continuità. Sono molto contento per lui perché è un ragazzo per bene, sempre positivo, un giovane con la testa.

Potrebbe concorrere per un posto in Nazionale vista l’aria di rifondazione?

Step by step. Penso che ora debba pensare a migliorarsi, poi il ruolo che ricopre ha tanta concorrenza in azzurro. Credo però che come ci è arrivato Pessina (che giocava con me a Spezia n.d.r.) potrebbe arrivarci anche lui, ma ovviamente bisognerà fare un passo alla volta.

Lo Spezia è passato da Volpi a Platek, mantenendo però tre spezzini in rosa, Vignali compreso (che tornerà dal prestito) e un’identità precisa. Un modello niente male in Serie A…

Vero, mi pare che la nuova proprietà stia facendo un buon lavoro e voglia continuare sulla falsa riga della precedente. Vedere tre spezzini, per giunta cresciuti nel settore giovanile, è un vanto e un modello. Penso che più squadre dovrebbero seguire questo esempio invece di puntare su tanti stranieri.

In quello Spezia c’erano anche Okereke e Ceccaroni, che torneranno da avversari al Picco proprio sabato. Che Venezia dovremo attenderci?

Il Venezia ha un po’ di difficoltà e le vittorie del Cagliari nel 2022 hanno messo tanta pressione in classifica. Questa è una squadra che senza pressione gioca meglio, ma ora i punti contano il doppio e probabilmente in questo momento c’è difficoltà. Hanno un allenatore molto bravo e auguro a entrambi che alla fine possano salvarsi, insieme allo Spezia naturalmente (ride n.d.r.).

Questa partita è infatti decisiva, soprattutto per i lagunari. Quanti punti mancano allo Spezia per condurre la barca in porto?

Negli ultimi anni la quota si è decisamente abbassata. Vedendo l’andamento delle ultime tre probabilmente 36-37 punti potrebbero essere la zona sicurezza. Un tempo si inseguivano i 40 punti, ma ormai è un traguardo che non serve più.

Mercato bloccato, Covid, annata complicata per tanti fattori: come si gestisce la pressione in un gruppo così giovane?

Lo Spezia ha paradossalmente saputo trarre il meglio da questa situazione. Intanto ha fatto gruppo in un momento complicato: tante squadre a gennaio vanno in difficoltà perché alcuni giocatori sono in dubbio e si tende a perdere un po’ la concentrazione. Sapendo di non poter fare cambiamenti, invece, il gruppo di Motta ha saputo concentrarsi togliendo i pensieri. Non a caso l’inizio di 2022 della squadra è stato fenomenale, mentre le altre formazioni erano “distratte” dal mercato e hanno perso qualcosa.

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