11 Maggio 2022 - 12:28

Il VAR ancora nel mirino: troppi deficit per l’AIA, serve una rivoluzione

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Sulle pagine de La Gazzetta Dello Sport troviamo un focus sul VAR, tornato nell’occhio del ciclone visti gli ultimi episodi che hanno interessato anche lo Spezia. Secondo il quotidiano c’è un paradosso legato alla tecnologia, mal utilizzata e quasi identificata come uno strumento che fa sbagliare l’arbitro. Il problema non è di poco conto e va risolto: Rocchi è rimasto solo nella fase cruciale, con poca difesa per il lavoro di designatore e della sua squadra. 

E allora? Ci vorrebbe una rivoluzione: un vero responsabile VAR (Mazzoleni?), un responsabile dei rapporti con le società. Ad oggi ci sono promozioni e dismissioni, ma con scelte praticamente fatte. Alcuni errori possono essere compresi, ma soprattutto non eliminati al 100%. Il problema è quando gli errori sono evidenti e gli arbitri non vengono richiamati, oppure quando si persiste nello sbagliare. E se qualcosa non si capisce diventa pericoloso e si comincia a parlare di dubbi e rende credibili le proteste. Certi svarioni condizionano partite e punti, gettano una macchia sull’organizzazione e su tutto il sistema arbitrale e sul lavoro fatto. Il silenzio dei vertici arbitrali risulta poi controproducente e anche fastidioso: di fatto, il mondo arbitrale è l’unico rimasto chiuso. Fra le difficoltà di questa stagione, poi, Rocchi è rimasto solo, mentre la struttura di Lissone, anziché aiutare come quartier generale, è rimasto un oggetto fine a se stesso.

Per rimediare agli errori si è provato a cambiare rotta, lanciando i giovani e poi riabilitando gli esperti. Meglio forse affidarsi ai migliori lasciando da parte l’anagrafe, visto che gli errori clamorosi sono arrivati a tutte le latitudini: Spezia-Lazio, Venezia-Bologna, Fiorentina-Roma le ultime gare incriminate. Nelle ultime due sono state disattese le indicazioni del designatore: o questo non viene ascoltato oppure non sono esemplari le punizioni in caso di errore.

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