17 Ottobre 2023 - 20:31

U15, Migliorini: “Spezia una famiglia, ci si può confrontare”

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Nel consueto punto di inizio campionato tocca questa volta al tecnico dell’Under 15 Gianni Migliorini, che racconta il momento che sta vivendo con la sua giovane squadra, impegnata nel campionato di categoria. Ecco le sue considerazioni ai canali ufficiali del club di Via Melara.

Le parole di Migliorini

Sull’obiettivo: “Quando si lavora con il settore giovanile l’obiettivo è sempre il miglioramento e la crescita dei ragazzi a disposizione, sugli aspetti tecnici e tattici individuali e collettivi, ma soprattutto dal punto di vista umano perché loro saranno gli uomini della società del futuro. È importante che lo sport e la scuola contribuiscano alla loro formazione. Sono felice che dopo un lungo iter parlamentare lo sport sia diventato ufficialmente una cosa importante per la formazione dei giovani anche sulla nostra Carta Costituzionale. Purtroppo spesso in Italia lo sport sembra quasi in antitesi con la scuola, invece in realtà scuola sport e famiglia devono essere un tutt’uno e fare squadra per la crescita dei ragazzi”. 

Sulla scorsa annata: “La scorsa annata è stata emozionante. Ho visto dei ragazzi compattarsi ed essere squadra fino all’ultimo e raggiungere un obiettivo insperato. Venivano da un’annata particolare e non erano particolarmente felici, hanno dimostrato a loro stessi in primis che hanno un valore importante”.

Sulle difficoltà dell’U15: “Mi sono confrontato con la dottoressa Paciolla perché questa è un’età delicata. L’U15 è il primo anno che fa un campionato nazionale Serie A e Serie B, iniziano anche un percorso scolastico importante e l’impegno tra scuola e campo aumenta notevolmente. Alcuni sono già abbastanza maturi, altri sono un po’ più indietro, quindi prima li prendi e più pagine bianche da scrivere ci sono. Bisogna avere la pazienza e la sensibilità di capire le diversità dei ragazzi”.

Sul lavoro da fare: “Il lavoro è orientato nel miglioramento della tecnica e tattica individuale, ancora primario in questa fascia di età. Giocando su campo a 11 contro squadre molto forti si comincia a guardare anche la tattica collettiva ma la cosa più importante rimane la crescita individuale dei ragazzi”. 

Sulla sua carriera: “Io non ero un giocatore di qualità, quello che sono riuscito a fare lo devo alla mia abnegazione, al mio senso di sacrificio e probabilmente questo aspetto caratteriale mi rimane anche da allenatore e cerco di trasferirlo ai ragazzi. Per me il calcio è diventato un lavoro ma rimane ancora oggi un grande amore”.

Sull’appartenenza alla maglia: “Qualsiasi piazza dove sono stato da giocatore per me aveva sempre un grande senso di appartenenza, ho sempre cercato di onorare le maglie che ho indossato. Tutte le squadre in cui ho giocato sono state la mia città, la mia maglia. Qui a Spezia nel settore giovanile c’è un ambiente molto familiare, ci dà la possibilità di rapportarci e relazionarci anche con gli allenatori delle altre squadre. Beppe (Vecchio) è qui da tantissimi anni, è un’icona dello Spezia Calcio e una persona con cui ci interfacciamo spesso, abbiamo questo modo di vivere il calcio”.

Sull’importanza del confronto con i tecnici: “Qui abbiamo la fortuna di avere responsabili tecnici che sono tutti i giorni sul campo con noi. Abbiamo sempre la possibilità di confrontarci con loro sul lavoro prima, durante e dopo l’allenamento e spesso vengono organizzate delle riunioni dove ci confrontiamo. Io sento degli amici che allenano in diverse realtà e spesso non sanno chi è l’allenatore di un’altra leva, noi invece abbiamo la possibilità di vederci tutti i giorni e la condivisione aiuta”.

Sul campionato dell’U15: “L’avvio di campionato è stato buono secondo me, al di là dei risultati che cominciano ad avere una rilevanza, però vedo grande partecipazione di tutti e notevoli progressi da parte dei ragazzi. Sono presenti agli allenamenti, partecipano attivamente a quello che viene proposto, questo aiuta nella crescita”.

Sulle qualità imprescindibili per un calciatore: “In tanti vogliono arrivare fra i professionisti e in pochissimi arrivano, una percentuale infinitesimale. Le qualità individuali sono importanti però se non sono supportate da valori etici umani difficilmente ci si arriva. Dentro la maglia bisogna mettere della sostanza. Senza sostanza diventa dura riuscire ad arrivare ad altissimi livelli. Ci sono esempi di giocatori molto talentuosi e anche lo scandalo recente delle scommesse che per i nostri ragazzi non è molto edificante”.

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