29 Marzo 2024 - 20:00

Chisoli a SP: “Approccio giusto e Picco ostile la ricetta salvezza”

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Ha vissuto non poche avventure da dirigente dello Spezia, prima di lasciare il suo mandato da presidente con l’avvento dei Platek e con una squadra salva in Serie A al primo anno di gavetta nella massima categoria. Oggi Stefano Chisoli ha cambiato vita, si è dedicato al mercato ed è divenuto agente Fifa, restando nel mondo del calcio e soprattutto continuando a seguire le gesta delle Aquile. Attualmente si sta dedicando a seguire il Sudamerica a caccia di talenti e già dimostra di avere le idee chiare: “Mi avevano segnalato Tanco in Argentina, ottimo prospetto ma col dubbio dell’essere fermo da un po’ di tempo“, prima che approdasse nel Golfo. Abbiamo raggiunto telefonicamente l’ex presidente in esclusiva, per ascoltare da lui le sensazioni su un finale di campionato tutto da vivere.

Lei conosce bene la B, avendola vissuta da dirigente. Anche quest’anno ci troviamo di fronte a un campionato imprevedibile.

Come sempre. La B è così, ogni gara è difficile, tutte le squadre se la giocano con tutte. Il primo anno con Gallo e Andrissi non siamo mai rimasti invischiati nelle zone pericolose e quindi è una situazione che non abbiamo mai vissuto, ma quando sei lì in quella classifica (specie se arrivi dalla A) subentrano tanti fattori psicologici. Ultimamente però ho visto uno Spezia in ripresa e che continua a fare punti. Le prossime due partite in casa saranno decisive.

Esiste una ricetta per tirarsi fuori da questa situazione?

Sicuramente è l’approccio alle partite che deve cambiare. Non bisogna avere paura di retrocedere o di non fare punti, mi pare che questo sia stato migliorato nelle ultime partite. Basta però qualche episodio o un gol preso e si rischia di ricaderci. D’Angelo è bravo, lo avevo seguito a Pisa perché a Pisa esprimeva un bel calcio.

L’ultimo Spezia-Ascoli con lei presidente fu parecchio “movimentato”, con gol e cartellini rossi. Che partita sarà?

Sì, ricordo bene (ride n.d.r.). Loro sono una squadra ostica, abituata a combattere, ma il Picco è sempre stato un elemento importante. Adesso, paradossalmente, la squadra sembra più tranquilla quando gioca in trasferta, ma il fattore casa deve tornare ad essere fondamentale. Mi sembra che ora ci sia stata una sorta di tregua con la piazza: decisivo si è rivelato in questo anche il mercato di gennaio, con tante operazioni funzionali. Lì i tifosi hanno capito che c’è la volontà di invertire la rotta.

Fra queste anche il ritorno di Vignali, un uomo Spezia che lei conosce bene. È felice del suo ritorno?

Luca lo vedo bene, ci ha portato in Serie A e tutti ricordiamo quell’intervento contro il Frosinone. Mi ricordo che nello spogliatoio c’era un bel gruppo di spezzini: lui, Maggiore e Bastoni erano un elemento trainante con Terzi e altri. Penso sia importante il suo ritorno in squadra per far capire quali sono i valori del club da seguire.

A proposito di Bastoni, che sta giocando poco a Empoli. È uno da riportare a tutti i costi a casa dopo il prestito?

Assolutamente sì, è un giocatore importante, duttile e soprattutto un bravissimo ragazzo. In generale devo dire che molti dei ragazzi della prima Serie A hanno saputo rimanere nella massima categoria e questo non può che farmi piacere. È un segno che fossero importanti: Provedel, Erlic, Bastoni, Gyasi, Ismajli, Nzola. Inoltre, gli unici due rimasti a Spezia, Zoet e Verde, sono sempre decisivi.

Già, Verde: sta vivendo un grande momento e ci ha abituato ad essere il top player. La salvezza passa da lui?

Sicuramente la differenza la fa il gruppo, ma le sue giocate possono risolvere le partite. Una classe così in B non ce l’ha nessuno e può davvero stravolgere ogni gara.

Zoet, invece, è in scadenza di contratto. Situazione particolare per un portiere titolare che ha dimostrato di mettersi sempre a disposizione.

Jeroen da subito e dopo il primo anno si era trovato benissimo, è un ragazzo serio e un giocatore importante. Magari rimanesse… Ricordo che perse il posto con Provedel ma si allenava sempre forte e seriamente. Speriamo che rinnovi.

È possibile fare i calcoli salvezza? O è ancora troppo presto?

È sempre difficile dirlo, mi aspettavo che qualcuna dietro rallentasse di più. A parte il Lecco le altre stanno viaggiando: è complicato fare una previsione, penso che lo Spezia possa puntare a evitare i play-out, sarebbe il massimo. A livello di organico la squadra di D’Angelo è la più forte e dopo il nefasto spareggio con il Verona sarebbe meglio evitarne un altro. Quella dell’anno scorso stata un’involuzione inaspettata, è andato tutto male e sembrava che a inizio stagione si potesse subito pensare a tornare in alto. Ma quando le cose vanno male è difficile raddrizzarle.

Da dirigente di esperienza: come si può mettere mano a una situazione come quella dello Spezia? Esiste un modo per invertire una rotta negativa senza per forza stravolgere l’organico a gennaio?

Io penso che dipenda dalle qualità umane dei giocatori. Molti sono demotivati, si sentono da Serie A e quindi l’ideale sarebbe ripartire con un gruppo giovane e motivato. Però poi ci sono contratti, questioni che non si possono risolvere, perciò bisogna saper lavorare bene anche sull’aspetto psicologico.

E magari tornerà a vedere lo Spezia al Picco…

Sì, ancora non sono tornato in casa. In trasferta sono stato a vederlo per ragioni di semplicità, ma presto verrò di nuovo in quello stadio incredibile.

In chiusura: si parla di un possibile addio di Vincenzo Italiano alla Fiorentina. Secondo lei il ciclo è finito?

Penso che abbia fatto molto bene con il materiale che aveva. Quando è arrivato la Fiorentina si era appena salvata nelle ultime giornate della stagione precedente ed è stato in grado di tornare in Europa. Poi, pur perdendo giocatori importanti, si è riqualificato per la Conference, quest’anno ha ancora tre competizioni. Dipenderà dai progetti della società: l’ambizione anche sua può essere quella di fare un altro gradino in alto. L’ho sentito anche recentemente, verrò a vedere una partita della Fiorentina.

Dallo Spezia in viola è arrivato Nzola, che per molti tifosi è già però bollato come flop. Si aspettava che facesse meglio?

Sì, mi aspettavo che facesse di più, che con un allenatore che conosce bene riuscisse a esprimere ancora meglio le sue potenzialità. 

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