Lo Spezia va a riposo con il primato in tasca, in compagnia di Juve Stabia e Pisa. Ma se per le Aquile si tratta di una novità assoluta nella loro storia, non è così per Luca D’Angelo, che già tre anni fa ci era riuscito. Allora, ricorda Il Secolo XIX, furono 5 vittorie nelle prime 5, rimanendo nei posti per la A per 30 turni, nell’anno della beffarda finale play-off. Il tecnico sembra aver ritrovato quella strada, in un percorso cominciato a novembre con il suo subentro: ha trasformato lo Spezia in una mina vagante del torneo.
Che numeri
Sono nove i risultati utili consecutivi contando i due campionati, ultima sconfitta al Picco il 28 febbraio scorso contro la Feralpisalò, in generale ad aprile a Parma. Le ultime tre vittorie sono arrivate in rimonta, sempre 2-1, spesso con lo scarto di un gol in generale. A Pisa, si legge, aveva una media punti di 1,41, allo Spezia siamo a 1,40. Prese uno Spezia penultimo con 10 punti e perse in casa col Parma per l’autogol di Moutinho, oggi ne ha 8 in quattro partite. Uno con i piedi per terra, lo ha ulteriormente ribadito dopo l’ultima gara, perché di contro la squadra con il Cesena è andata effettivamente in affanno per la prima volta. E la pausa è lì apposta per lavorarci.

