Dopo la prima parte, vi proponiamo la seconda della nostra intervista esclusiva a Mattia Benvenuto, attualmente in prestito alla Pergolettese. Il giovane difensore classe 2005 ha raccontato ai nostri microfoni cosa si aspetta da questo suo nuovo anno in C in gialloblu e come si approccia a una crescita importante dal punto di vista personale dopo un anno di B. C’è ovviamente spazio per il suo percorso culminato nell’esordio a Mantova e per la prossima sfida all’Alcione dell’amico Giorgeschi.
Per lei si tratta della prima esperienza in assoluto lontano da casa. Come si sta trovando? È certamente difficile ma anche bello…
È per me la prima esperienza, un bagaglio importante. Cerco di sfruttare questa opportunità al massimo: vivo da solo, ho nuovo ambiente e nuovi compagni. Per ora sono contento di come sta proseguendo, mi trovo bene.
Quali differenze ha trovato in una categoria nuova?
In particolare ho trovato il vivere davvero sul campo un campionato professionistico, visto che l’anno scorso l’ho vissuto ma in maniera ridotta con la sola presenza a Mantova. Aver giocato di più ora mi ha aiutato molto, facendomi capire l’agonismo che è molto alto anche in una categoria inferiore. Magari la qualità globale è leggermente più bassa rispetto alla B, però l’intensità è comunque altissima, ci sono tanti giocatori di esperienza e livello. È un campionato difficile, equilibrato e tutte le squadre se la giocano. Sono felice di poterlo affrontare e di trarre il massimo miglioramento da un torneo di questo livello.
È arrivato l’esordio in B, ora in C. Il prossimo step?
Concludere il campionato nel modo migliore possibile, così da arrivare l’anno prossimo pronto al massimo per giocarmi le mie carte in Serie B nella squadra che amo e nella città che amo.
A proposito di esordi: quello al Martelli dell’anno scorso è indimenticabile.
Sì, assolutamente. Quando mi ha chiamato il mister è stata un’emozione unica, ero felicissimo e provavo un grande senso di responsabilità. Entrare in un momento delicato e dopo un’espulsione in inferiorità numerica è una grande responsabilità che mi porto dentro. Sono contento per l’esordio, meno per come è finita la partita visto che eravamo sopra di due reti (2-2 a fine gara n.d.r.). Sono felice della fiducia che ho avuto da compagni e allenatore, tutte cose che mi porto dentro.
Ha sperato di giocarne altre?
Ovvio, la speranza di indossare di nuovo quella maglia c’era. Mi allenavo sempre al massimo per dare una mano e avere altre opportunità.
Certo, trovare spazio nella miglior difesa della B non era semplice…
Sicuramente era molto difficile. Però proprio condividere un anno con giocatori di questo spessore mi ha fatto migliorare molto e sono felice. C’era difficoltà, lo sapevo fin dall’inizio ma l’importante è aver raccolto ogni dettaglio da calciatori come loro.
Questo weekend affronterà l’Alcione di Giorgeschi. Vi siete sentiti?
In questi giorni no, ma vedo che ha giocato e lo seguo. Ha fatto bene, sono contento di affrontare quello che è un mio grande amico oltre che un compagno di squadra. Vedremo chi avrà la meglio in campo.
Certo che dopo aver “saggiato” uno come Pio Esposito è tutto più facile.
Beh, aver trascorso una stagione intera con un giocatore di quel calibro è stato molto importante. Mi ha permesso di crescere tanto: uno con quell’abilità e forza fisica è tanta roba, vedendo poi quello che sta raggiungendo anche lui. Mi porto dietro tante cose nuove nell’aver affrontato un giocatore di quel livello che oggi gioca nell’Inter e in Champions League.