Paolo Paganini, volto di Rai Sport e grande tifoso delle Aquile, è intervenuto nel programma Spazio Spezia, in onda tutti i mercoledì sul canale YouTube Malati di Spezia dal 1906. Ecco le sue impressioni sul momento dello Spezia.
Le parole di Paganini
Sulla questione D’Angelo: “Mi ha colpito la vicenda da tifoso e da giornalista. Nella mia esperienza se si decide di mandare via un allenatore ci deve essere un sostituto pronto. Non si può mandare via un allenatore senza un nome. E poi bisogna avere rispetto per un professionista, non si può delegittimare così: che messaggio è nei confronti della gente e soprattutto della squadra? Che credibilità ne deriva? Essere ultimi è responsabilità di tutti”.
Sulla squadra con l’allenatore: “Il gruppo non voleva Pagliuca, perché? Se la squadra vuole D’Angelo lo deve dimostrare in campo, perché l’atteggiamento dei giocatori non è quello di una rosa che è con l’allenatore. Appena arriva un gol al passivo si spegne la fiamma, non era così l’anno scorso.
Sul silenzio della proprietà: “A livello comunicativo una proprietà che arriva a Spezia coprendo i buchi precedenti a livello economico non può ripartire per gli USA senza aver deciso qualcosa. In questi casi chi mette i soldi decide d’intesa con la dirigenza il piano: allenatore, budget. Mi aspettavo un comunicato in cui si dicesse: ‘il nostro allenatore sarà D’Angelo fino alla fine della stagione’. Non posso leggere una situazione come questa. Abbiamo un allenatore a scadenza di giornata in giornata? Ci deve essere chiarezza e fare quadrato attorno a chi hai”.
Sulla mancata presa di posizione in panchina: “Per me parte da lontano, da una finale persa male. Probabilmente D’Angelo voleva cambiare aria, poi è rimasto. La proprietà voleva voltare pagina, perché dopo un trauma del genere bisogna andare avanti. Ora non è più una scusante, mi ha disorientato il fatto che se decidi di mandare via serve già il sostituto sicuro”.