Torna a parlare in conferenza stampa il tecnico dello Spezia Luca D’Angelo, dopo che a margine della sconfitta contro il Cesena si era presentato Charlie Stillitano. L’allenatore aquilotto, molto chiacchierato in settimana, ha prima evitato l’esonero e poi si è guadagnato la fiducia da parte della proprietà: all’orizzonte ci sono quattro partite prima della sosta che sicuramente diranno molto del prossimo futuro in campo e non solo. La prima sarà dopodomani ad Avellino. Le considerazioni del pescarese si sono concentrate su tanti temi, eccole.
Le parole di D’Angelo
Sulle voci dell’esonero in settimana: “Faccio fatica a commentare quello che è successo, non sono stato partecipe. Nessuno mi ha comunicato niente lunedì e, da programma, sono arrivato al campo per allenare la squadra”.
Sulla conferenza del presidente post Cesena: “Non ho parlato dopo il Cesena non perché non volessi, non scappo di fronte ai problemi. Il presidente aveva deciso di parlare lui ed era sua facoltà. A mio avviso non abbiamo giocato male, non avremmo meritato la sconfitta. Il problema è che siamo partiti bene, con situazioni in cui potevamo segnare oltre al gol segnato, ma poi abbiamo preso due gol su calcio piazzato. Nella ripresa abbiamo spinto anche grazie al pubblico ma non siamo riusciti a pareggiare”.
Sul fare un passo indietro: “Lo farò nel momento in cui mi renderò conto che i calciatori vanno dalla parte opposta di dove gli dico di andare. Io penso che la squadra debba giocare per lo Spezia e dico questo intendendo la società, la gente che ci segue con grande passione, per le persone che lavorano qui e che sono in grande sofferenza, chi lavora soffre perché è anche tifoso. I giocatori devono giocare per la propria famiglia, in questi momenti bui i risultati fanno soffrire anche loro. Non devono giocare per Luca D’Angelo, perché è una persona di passaggio come tutti i dipendenti del calcio. Devono tirare fuori quello che hanno per lo Spezia, che deve essere il loro punto più importante e da cui ripartire”.
Sul sostegno dei tifosi: “Non posso che ringraziarli. So che c’è una parte di tifo che mi critica, ma questo non mi deve impermalosire. Nel calcio la riconoscenza non deve esserci, se un allenatore va criticato va fatto. Poi tra 15 anni ci potremo ricordare dello Spezia di D’Angelo che si è salvato quando nessuno ci credeva. Sento il pubblico molto vicino”.
Sui numeri: “A fine campionato l’anno scorso eravamo la quarta squadra per possesso palla. Non amo i numeri perché possono nasconderci, ma tenevamo molto la palla. Ora qualcosa è cambiato, dobbiamo migliorare. Dobbiamo rispondere sul campo perché le risposte vanno date durante le partite. Mi auguro che il campo dica che non siamo impotenti”.
Sulle differenze con il passato: “Non vedo similitudini con la stagione in cui siamo arrivati. Siamo dentro al campionato, tutti vogliono rimanere qui, ci tengono e sanno che le cose non vanno bene. Di simile a quella stagione ci sono i risultati, ma non l’atteggiamento. I primi 2-3 mesi che sono stato qui ho avuto problemi nello spogliatoio, con gente che faticava ad allenarsi perché non ci voleva stare. Cose che ora non esistono proprio. È la mia parola, mi conoscete e vi dico che questo spogliatoio è granitico nell’allenarsi”.
Sulle parole dei tifosi post Cesena: “Alcune cose che ci hanno detto non sono riferibili. Ci hanno chiesto una reazione maggiore. La qualità delle prestazioni possono migliorare. I ragazzi danno tutto quello che hanno e ci tengono tantissimo. Dal punto di vista motivazionale hanno qualcosa in più, sono legatissimi alla storia di questa squadra. A prescindere da chi verrà ad Avellino ai nostri tifosi non possiamo dire nulla. Fino al fischio finale con il Cesena ci hanno sostenuto, poi ci hanno criticati giustamente. Abbiamo perso un’altra partita in casa, i risultati non sono buoni fino a qui. Dobbiamo cercare di cambiare la traiettoria di questo torneo, prendendo esempio da loro che spingono fino alla fine”.
Sul modulo adottato con il Cesena: “Abbiamo giocato con un 4-3-1-2 meno tattico e meno codificato con il Cesena perché forse una problematica di questa stagione era proprio questa: un calcio codificato e l’avversario giustamente ci ha preso le contromisure”.
Sui gol subiti da calcio piazzato: “L’altro giorno la squadra ha giocato bene, ma cadiamo in errori sui calci piazzati. Abbiamo preso 13 gol, tanti per una fase difensiva come la nostra, di cui 9 da calcio piazzato. È colpa nostra ed è una cosa da sistemare e modificare”.
Sul modulo: “Continuo a dire che possiamo fare bene il 3-5-2, così come il 4-3-1-2”.
Sulle condizioni di Comotto e Artistico: “Sono ancora fuori”.
Sulla prova con l’Avellino: “Serve una grandissima partita. Il gruppo ha le potenzialità per farlo, dobbiamo cercare tutti insieme di mettere in pratica le cose che cerchiamo di proporre in allenamento. Abbiamo modificato qualcosa per cercare di lasciare un po’ più liberi i calciatori di fantasia come Kouda ed Esposito. Abbiamo rischiato in contropiede, ma sapevamo che il Cesena è molto forte su quella cosa, ma poi abbiamo preso gol su calcio piazzato dove siamo deboli mentalmente”.
Su Bandinelli: “Bandinelli è un giocatore importante per noi ma non possiamo pensare di nasconderci dietro il suo infortunio. Ci auguriamo possa rientrare al più presto, sta migliorando e lo aspettiamo”.
Su Kouda: “È andato in difficoltà perché ha sbagliato alcune delle situazioni dov’è determinante. Deve maturare e superare gli errori che possono esserci durante una gara, posso garantire che non fosse distratto. Era preoccupato perché si rendeva conto che non stava rendendo per le sue potenzialità. È stato tra i più positivi fino adesso, l’altro giorno non ha giocato bene ma questo lo sa anche lui”.
Su Vlahovic: “Ha avuto un infortunio durante la preparazione che lo ha condizionato e messo in difficoltà. Credo molto in lui. Lapadula sta facendo molto bene, ma di imprescindibile nel calcio non c’è nessuno. È molto probabile che giochi dall’inizio”.