15 Novembre 2025 - 16:17

Caldara dice basta: “Chiudo col calcio per essere me stesso”

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L’ex aquilotto Mattia Caldara ha deciso di dire basta con il calcio. Dopo l’ultima esperienza a Modena, ancora una volta contrassegnata da problemi fisici, a 31 anni il difensore ha maturato la scelta di chiudere la sua carriera. Ha affidato al sito Gianlucadimarzio.com con una lunga lettera i motivi della sua presa di coscienza. Eccone un estratto.

Le parole di Caldara

Caro calcio, io ti saluto. Ho deciso di smettere. No, non è stato facile deciderlo. Non lo è neanche scrivere queste parole. “Caro calcio, io ti saluto”. Continuo a rileggerle. Forse è un modo per accettarlo. Accettarlo un po’ di più. Ora ho trovato un po’ di tranquillità. Ma ci ho messo un po’ per prendere questa decisione. Tutto è nato a luglio dopo una visita da uno specialista: “Mattia non hai più la cartilagine della caviglia. Se continui tra qualche anno dovremo metterti una protesi”. Il mio corpo mi aveva tradito. Questa volta, forse, in modo definitivo. Sono stati mesi difficili. Anzi, anni. E non parlo solo di questa scelta, ma di molto altro. Parlo di quella che è stata la mia vita da quando il mio ginocchio si è rotto. Ricordo ancora il primo passo dopo il contrasto: ho sentito la terra cedere sotto il mio piede. Sono crollato. Prima fisicamente, poi mentalmente. Ero nel punto più alto della mia carriera, poi in pochi secondi è cambiato tutto. Con il tempo sono stato meglio, ma non sono mai stato bene. Mai più. Non sono più riuscito a tornare a essere quel Caldara. Ci ho provato, ma non era più possibile. Questa rincorsa a un’illusione mi ha logorato. […] Anni in cui mi sono nascosto da me stesso. Ho ripreso in mano la mia vita. Sto recuperando quello che ho perso. Anche se, a volte, perdersi serve. Serve per ritrovarsi in una prospettiva e consapevolezza diversa. È bello. Mi sono ripromesso di apprezzare ogni momento e ciò che ho. La vita ti può cambiare in un secondo. Voglio essere grato. E al calcio non posso che dire grazie. È vero, mi ha fatto stare male. Ma anche il dolore serve. Ho deciso di dirgli addio. Lo faccio per la prima volta con questa lettera. Ciao calcio, sono pronto a salutarti. L’ho fatto. Mi sento più leggero. Mi sento libero di essere me stesso, finalmente. Ripongo questa penna sul tavolo. Mi posso alzare da questa sedia e iniziare a camminare.

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