Il responsabile tecnico del settore giovanile Massimiliano Maddaloni, ai microfoni dei canali ufficiali dello Spezia Calcio, ha tracciato un primo bilancio della stagione dei ragazzi del Ferdeghini. Un ottimo inizio per la Primavera (di cui abbiamo ascoltato in esclusiva le parole di Lontani), ma anche l’Under 17 sta lavorando molto bene. Ecco le impressioni del dirigente, che insieme a Beppe Vecchio si gode il premio al lavoro.
Le parole di Maddaloni
Sul ruolo: “Mi sto trovando bene, anche se sono nuovo in questa veste. È diverso dal fare l’allenatore, ma sono molto contento di questi tre mesi e mezzo. A Spezia ho portato un progetto in cui si parla di un piano carriera per ogni singolo giocatore del settore giovanile: ognuno sarà “scannerizzato” e supportato in ogni area formativa per arrivare in Prima Squadra. I numeri dicono che il club è uno di quelli che ha valorizzato maggiormente i suoi giovani”.
Sui focus del lavoro: “Abbiamo cambiato il modo di pensare. La vittoria deve essere un aspetto da raggiungere con la prestazione: stiamo più attenti a quella che al risultato e piano piano stanno arrivando anche i risultati. In alcune categorie siamo ai primi posti e stiamo dimostrando di giocarcela anche con i grandi club”.
Sul lavoro: “Chiediamo ai nostri allenatori non di vincere e basta, ma di farlo nella maniera giusto e tramite la crescita dei singoli. Ogni categoria ha un riscontro con l’area tecnica e ogni allenatore porta una scheda sulla prestazione del singolo e del gruppo. Stiamo molto più attenti alla crescita del singolo che della squadra”.
Sui più giovani: “Prima di tutto ho studiato il contesto. Tutti coloro che son entrati in Prima Squadra ci sono arrivati con l’attività di base. Il contorno ambientale ha un grande valore, stiamo puntando sul senso di appartenenza, di voler giocare con la maglia dei grandi. Vecchio e Terzi sono istituzioni dello Spezia: quotidianamente lo trasmettono a tutti, amplificando un valore imprescindibile per il processo formativo”.
Sull’aspetto educativo: “Solo lo 0,03% dei ragazzi dei settori giovanili potrà vivere supportati dalla carriera. Il restante capirà che è un sogno, ma bisogna anche non tralasciare gli aspetti educativi e scolastici. Non tutti possono arrivare ad essere giocatori importanti”.
Sui giovani di oggi: “Tante volte sento dire che oggi i ragazzi sono diversi e non fanno più sacrifici. Per migliorare il contesto del futuro bisogna avvicinarci a questo cambiamento: se continuiamo a pensare che prima fosse meglio di oggi sbagliamo. Dobbiamo capire che il contorno sociale è cambiato: i ragazzi più giovani si annoiano a vedere 90′ di partita, a volte certe situazioni che sembrano monotone creano difficoltà. Anche le metodologie devono adattarsi, cercando di far capire al ragazzo che vogliamo avvicinarci al cambiamento sociale. Anche per noi è fondamentale rimanere al passo con i tempi”.
Sulle strutture e la metodologia: “Abbiamo un centro sportivo bellissimo ed è un vantaggio. Tutte le squadre si allenano qui e vediamo sempre tutti i ragazzi. Quest’anno abbiamo adottato una metodologia tutta nuova, dando informazioni ai ragazzi con lezioni in aula per poi trasformarle sul campo. Lavoriamo per obiettivi, i ragazzi sono contenti e i feedback sono molto positivi: ricevono tante informazioni e diventano giocatori in grado di riconoscere il gioco”.
Sul rapporto con la Prima Squadra: “La sinergia è fondamentale, con scouting, formazione e integrazione. Nel processo formativo il ragazzo va scelto sul territorio, formato con un’idea comune e integrato nel tessuto della Prima Squadra. Nel tempo si è parlato di creare una figura di raccordo fra settore giovanile e grandi, che possa aiutare a integrare i giovani. Quando sono arrivato ho fatto i complimenti perché i numeri dicono che negli ultimi dieci anni tanti giocatori sono arrivati in Prima Squadra. Abbiamo subito cercato di migliorare quanto di buono già c’era anche se non è facile”.
Sull’esperienza in Cina: “Mi sento fortunato, per assurdo ho toccato da allenatore i più grandi palcoscenici mondiali con Lippi e anche in Nazionale ho avuto belle esperienze. A livello formativo e professionale sono state cose importanti: oggi inizio un percorso diverso e vorrei incidere in un cambiamento formativo per dare valore al talento e alla formazione”.

