6 Dicembre 2025 - 16:00

“Pio Esposito lo voleva la Sampdoria. Spezia scelta di cuore”: il retroscena della trattativa

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Pio Esposito è uno dei giovani attaccanti italiani più interessanti degli ultimi anni e nell’ultimo periodo sta crescendo, partita dopo partita, con la maglia dell’Inter. Cresciuto nel settore giovanile nerazzurro, ha saputo imporsi in Serie B grazie alla sua fisicità, alla personalità e alla capacità di adattarsi rapidamente ai palcoscenici professionistici. Il suo percorso lo ha portato a Spezia, puntando su un ambiente in cui potersi esprimere e crescere. Proprio su una di queste scelte si è soffermato il suo agente, Mario Giuffredi, che ha raccontato un retroscena significativo sul trasferimento allo Spezia.

La richiesta della Sampdoria e la scelta di cuore per lo Spezia

Nel podcast Zero Possibilità, Mario Giuffredi ha svelato un episodio risalente a due anni fa, quando Pio Esposito era al secondo anno di Spezia: “Pio Esposito? Due anni fa, al secondo anno di Spezia, me l’ha chiesto la Sampdoria. Gli avrebbero fatto un contratto importante, lui però era innamorato dello Spezia e voleva rimanere lì”. Una preferenza così forte da condizionare anche le mosse del club bianconero, come racconta l’agente: “Il direttore dei bianconeri, in modo furbo, disse ‘Il giocatore vuole venire da noi a tutti i costi, avendo la volontà del ragazzo non gli do lo stesso contratto che gli offre la Samp, gli do meno soldi!'”.

La trattativa e la posizione ferma dell’agente

Giuffredi spiega di aver preso una posizione netta per tutelare il suo assistito: “Io a quel punto mi sono intestardito a dire che se l’avessero voluto gli avrebbero dovuto fare la stessa offerta della Sampdoria, stavano approfittando della sua volontà”. Nonostante il forte desiderio di Esposito di tornare alla Spezia, l’agente ha imposto condizioni precise per non svalutare il giocatore: “Avevo Pio che voleva andare a tutti i costi a La Spezia e alla fine ci è andato, però alle condizioni economiche che dicevo io! Gli ho fatto sempre credere che ci sarebbe andato anche per meno soldi, però alla fine ci è andato alle condizioni poste da me”. Una scelta di etica professionale, come sottolinea lo stesso Giuffredi: “Questo anche perché i soldi non li stavano togliendo a me ma a lui. Professionalmente non mi sarei sentito soddisfatto se avessi ceduto, mi sarei sentito preso in giro”.

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