La notizia era nell’aria e adesso ci sono anche i comunicati ufficiali. Con una nota apparsa sul sito dell’AIA, il presidente Antonio Zappi ha informato gli associati di aver ricevuto un deferimento dalla Procura Federale per fatti risalenti al momento del suo insediamento su presunte pressioni per far assumere alla guida della CAN C e D Braschi e Orsato. Il numero uno si è difeso parlando di estraneità ai fatti, ma dovrà rispondere alle accuse. Con lui accusato anche il Componente del Comitato Nazionale Emanuele Marchesi.
Il comunicato
Il Presidente dell’Associazione Italiana Arbitri, Antonio Zappi, informa gli associati di aver ricevuto in data odierna, unitamente al Componente del Comitato Nazionale Emanuele Marchesi, un deferimento da parte della Procura Federale in relazione a fatti e condotte rispetto ai quali ribadisce la propria totale estraneità e rivendica la piena legittimità del proprio operato. Nel pieno rispetto delle procedure e delle istituzioni della giustizia sportiva, sono state immediatamente avviate tutte le iniziative necessarie a fornire i chiarimenti richiesti e a mettere a disposizione la documentazione utile a dimostrare la correttezza dell’operato del Presidente e dell’Associazione Italiana Arbitri.
Il Presidente conferma la massima collaborazione con gli organi competenti e invita tutti gli associati a mantenere equilibrio, coesione e senso di responsabilità, evitando polemiche pubbliche che possano arrecare pregiudizio all’immagine, all’unità e alla credibilità dell’Associazione. Al fine di garantire la massima trasparenza, il Presidente ha formalmente richiesto che, nei limiti consentiti dalle norme vigenti, gli atti dell’indagine possano essere resi disponibili agli associati che ne facciano richiesta. Tale scelta è coerente con il mandato democratico conferito al Presidente e si fonda sui principi di trasparenza e condivisione, ritenuti essenziali per la tutela dell’immagine e dell’autonomia dell’AIA. Il Presidente ribadisce inoltre che il proprio operato è sempre stato orientato esclusivamente al bene comune dell’Associazione, nel pieno rispetto dell’autonomia tecnica e organizzativa dell’AIA, sancita dai principi informatori e dallo Statuto FIGC, e che ogni associato ha il diritto di formarsi una valutazione consapevole sulla base di elementi oggettivi.

