Spezia e Sampdoria, le due liguri di Serie B che vivono momenti profondamente differenti. Da un lato c’è la squadra di D’Angelo, che insegue con concentrazione ma non leggerezza l’occasione della Serie A, dall’altro i blucerchiati che sono a rischio concreto di Serie C per la prima volta in 79 anni di storia. È la partita – scrive Il Secolo XIX – del mondo capovolto, quello in cui non sorprendono gli aquilotti così in alto ma i doriani così in basso.
Tante differenze
Anche altri dettagli rendono i due club profondamente diversi: lo Spezia è da poco australiano con FC32, la Samp ha l’investitore principale in Singapore, D’Angelo è salda guida mentre a Genova siamo al terzo allenatore che non convince. Oggi i bianchi sono in leggera flessione da inizio anno in poi, ma gli scenari sono davvero agli antipodi con un divario di rendimento più che enorme. 55 punti contro 32, con statistiche che in quasi ogni voce premiano i padroni di casa: dall’attacco alla miglior difesa, dai gol fatti su palla in attiva e aerei. Lo Spezia ha utilizzato 26 giocatori in totale, trovando un suo assetto, mentre la Sampdoria ben 38, faticando a dare un’identità definita con un rendimento dei singoli quasi sempre da dimenticare. E infine l’aspetto mentale, che sta penalizzando non poco la squadra terzultima in classifica. Ora entrambe vogliono un segnale: lo Spezia per sognare ancora, la Samp per evitare il baratro.
