L’amichevole estiva tra Spezia e Viareggio ha offerto più di un semplice test atletico: è stata soprattutto l’occasione per cogliere spunti tecnici e valutazioni individuali in vista della nuova stagione. Uno dei segnali più interessanti è stato sicuramente il debutto di Comotto, arrivato pochi giorni fa dal Milan. Un esordio simbolico ma non solo: il giovane ha mostrato personalità e attenzione, seppur in un contesto di ritmi blandi e ampio turn-over. In attacco, il tandem formato da Vanja Vlahovic e Artistico ha avuto la prima occasione per mettersi in mostra. Il serbo, classe 2004, ha impressionato per qualità tecniche e capacità di dialogo nel corto.
È andato anche a segno di testa su assist di Aurelio prima di dover lasciare il campo a causa di un fastidio muscolare che, almeno in un primo momento, non sembra preoccupante. Artistico, invece, è apparso ancora condizionato dai carichi di lavoro, ma si è mosso con determinazione, facendo intravedere una buona intesa con il compagno di reparto. Sarà interessante capire quanto questa coppia potrà incidere nelle rotazioni offensive di D’Angelo, soprattutto in attesa della condizione migliore.
La fascia a Esposito e la posizione di Zurkowski
Proprio l’allenatore aquilotto ha offerto spunti tattici non banali, scegliendo di schierare Zurkowski largo a destra con libertà di accentrarsi e muoversi tra le linee, un’idea che ricorda il Touré visto ai tempi di Pisa, quando lo stesso D’Angelo ne sfruttava le qualità dinamiche in ampiezza. La scelta ha dato risposte incoraggianti: il polacco si è dimostrato presente e propositivo, segno che quella posizione potrebbe diventare una soluzione ricorrente. Da segnalare anche la fascia da capitano assegnata a Salvatore Esposito, investitura che va oltre il contesto amichevole e certifica la centralità del regista nel progetto. Infine, il ritorno ufficiale in campo di Edoardo Soleri rappresenta un’altra buona notizia: il centravanti, accolto con calore dal pubblico del Picco, ha creato due occasioni interessanti e mostrato subito grande voglia. Un rientro da cui ripartire. Lo scrive Il Secolo XIX.
