Pio Esposito questa sera sarà ospite del Picco, quello stadio che lo ha consacrato, ricevendo un ambito premio per il suo grande trascorso in maglia bianca. Un feeling sbocciato e rigoglioso, che resterà immutato e che spinge l’attaccante dell’Inter a non dimenticare mai quei due anni importantissimi in B nel Golfo dei Poeti. E anche in un’intervista a DAZN non ha mancato di sottolineare tanti momenti belli del suo vissuto aquilotto. Vi proponiamo un estratto.
Le parole di Pio Esposito
Sul rapporto con i fratelli: “Con entrambi ho un grande rapporto. Sono stato due anni a Spezia con Salvatore ed è normale aver avuto qualche discussione in più essendo sempre insieme. Con Seba sto benissimo, parliamo sempre di calcio, ci seguiamo sempre e ci sosteniamo a vicenda. Giocare a calcio è una passione di famiglia”.
Sul premio di miglior giovane in B: “Un riconoscimento che sento mio e una grande emozione, indimenticabile. I due anni in maglia bianca sono indimenticabili, sono stati fondamentali per la mia crescita e ho vissuto tutte le mie prime volte. Il primo gol fra i professionisti, l’esordio, ringrazio D’Angelo che per me è stato importantissimo, tutti i compagni e tutto lo staff che mi è sempre stato vicino. Mi sono sempre sentito a casa: quella squadra mi ha fatto prendere il volo e mi ha permesso di esaudire il sogno di vestire la maglia dell’Inter”.
Sull’esultanza con i muscoli: “È nata con capitan Hristov. Dall’anno in Primavera all’Inter allo Spezia ho avuto una trasformazione fisica importante e con lui mi fermavo in palestra tutti i giorni dopo l’allenamento. È nata questa cosa un po’ scherzosamente: quando finivamo di fare esercizi ci specchiavamo e ho deciso di esultare così. La prima volta è stata in Spezia-Venezia, una gara per salvarci: da lì l’ho tenuta come mia esultanza e mi è piaciuta”.
Sul nuovo corso all’Inter: “Con il River Plate ho segnato il primo gol, qualcosa che ancora realizzo a fatica. È stata una fortissima emozione, incredibile. Quando esulto c’è un momento di spaiamento, fa capire quanto sia stata forte. Il numero 94? È una dedica al mio quartiere, Ciceron 94, oltre che al campetto dove siamo cresciuti. È il posto dove tutto è cominciato e ci tenevo a questa dedica”.