Luigi Garlando, prima firma e caporedattore de La Gazzetta dello Sport, dedica la sua rubrica “La Sveglia” sulla rosea al ritorno in attività di Roberto Donadoni. Così l’ex CT è tornato dove è sempre stato, sul manto verde. Domani tornerà in panchina dopo cinque anni di assenza, tanti. Ultima panchina nel 2020 in Cina, in Italia manca dal 2018. Ma ci si chiede: “Perché lo hanno dimenticato? Non è vecchio, ha 5 anni meno di Gasp, non è scarso perché allenava già sotto Sacchi” si legge.
Curriculum più che buono
Nella sua carriera in panchina ha fatto bene: ha salvato il Livorno con Lucarelli capocannoniere, ha portato in Europa un Parma quasi fallito, ha qualificato agli Europei l’Italia post Mondiale perdendo ai rigori solo con la Spagna che avrebbe poi vinto tutto. “Nel circo isterico dei Mou e dei baby allenatori pescati a basso costo dalle giovanili, come fossero tutti Guardiola, l’elegante normalità di Roberto insospettiva. Lo chiamavano Don Adoni. Meritava di più, è ancora in tempo. Riparte dal fondo della Serie B, tipo Fanatozzi riassunto come parafulmine“.
