Lo Spezia incappa a Mantova in una delle peggiori sconfitte degli ultimi 20 anni, fra le pagine più nere in B. Non usa mezzi termini Il Secolo XIX, che spiega come evidentemente non era D’Angelo (esonerato prima del Bari) il problema della storia. 175 giorni dopo la finale play-off si ritrova una squadra svuotata a livello mentale e muscolare. C’è tutto quello che non si può vedere su un campo di calcio: quinta partita su tredici chiusa in dieci (stavolta a risultato acquisito), nervosismo chiaro, venti minuti di buon calcio e poi la resa.
Donadoni, partenza “alla D’Angelo”
Donadoni inizia più o meno come il suo predecessore, che perse le prime due prima di vincerne altrettante e cadere con un netto 4-1 poi a Cittadella con un risultato però meno impietoso. Da subito, D’Angelo aveva iniziato una sorta di restaurazione chiudendo le porte ai vari Moutinho, Zurkowski, Mühl, puntando su altri. Adesso lo stesso dovrà fare anche Donadoni: non può fidarsi degli stessi. Ha l’esperienza per capire che non si può insistere sullo stesso progetto, visto che la scossa non è arrivata e oggi lo Spezia potrebbe ritrovarsi ultimo da solo. La sconfitta va oltre il risultato e le parole di Vignali che ammette la poca voglia di vincere rispetto all’avversario rischiano di avere già il sapore di una condanna.
