12 Marzo 2021 - 14:00

Bordin a SP: “Il lavoro si vede, lo Spezia può salvarsi. Italiano? Ha un grande futuro”

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Il suo nome è ancora indimenticato nelle menti dei tifosi dello Spezia. Così come non si scordano le sue gesta in maglia bianca: un campionato di C2 e una Coppa Italia di Serie C vinti dal 1999 al 2005 (con una parentesi al Vicenza). Parliamo di Roberto Bordin, sinonimo di capitano e leader in campo e fuori. E proprio dalla Liguria e da Sanremo era cominciata la sua carriera, che ha toccato tante piazze compresa quella atalantina con 122 presenze e 5 reti fra il 1989 e il 1993. Da poche settimane è diventato CT della Moldavia, ma il vecchio amore per il calcio italiano è tutt’altro che sopito: la redazione di Spezia1906.com lo ha contattato, in esclusiva, per un parere sulla partita di domani e non solo.

Seppur da lontano lei segue ancora da vicino la Serie A: che effetto le fa vedere lo Spezia in A? Il suo legame con la piazza è rimasto indissolubile.

È stata un’avventura molto importante della mia carriera, cinque anni e mezzo intensi e indimenticabili. Vedere questa squadra nel massimo campionato italiano è una grande gioia, perché già in questi anni aveva dimostrato di poterci stare. Per molti era insperata una promozione, ancor di più una permanenza in categoria. Invece sta emergendo il grande lavoro di Italiano e del suo staff e hanno avuto ragione loro. Anche il lavoro della società è stato ottimale, riuscendo in poco tempo ad allestire una squadra competitiva. Ora ha un piccolo bottino su chi sta dietro e sta facendo un grande campionato.

Cosa ricorda di più di Spezia e dello Spezia?

Sicuramente mi vengono in mente soprattutto i tifosi, che ora purtroppo non ci possono essere. Quando si scende in campo sanno dare una spinta incredibile. Giocare al Picco senza pubblico è un peccato: dopo tanti anni questa squadra avrebbe meritato la vicinanza dei suoi tifosi. La forza dei sostenitori è la cosa che ricordo maggiormente.

C’è una corsa salvezza che vede anche squadre prestigiose a rischio retrocessione. Ce la farà lo Spezia a salvarsi?

Penso che nessuno potesse aspettarsi una posizione del genere, nel calcio può succedere di tutto. L’unica squadra che può recuperare lo Spezia è il Torino, le Aquile dovranno essere brave a gestire i punti di vantaggio. Non sarà semplice salvarsi, c’è ancora molto da fare e non si può stare tranquilli. In pochi punti inoltre si possono modificare gli obiettivi.

Italiano e Gasperini, tecnici a confronto. Entrambi sono animati dal bel gioco, ma all’andata si sono annullati.

Italiano è stato già ben blindato dopo la promozione visto quello che ha fatto. Ora sta dimostrando le sue qualità stando così ad alti livelli. Gli auguro di fare bene allo Spezia perché è una piazza che se lo merita. Spero possa ambire anche a palcoscenici importanti. Gasperini è più navigato e ha fatto esperienze importanti: ora sta facendo grandissime cose, Europa compresa. Entrambi i tecnici hanno realtà solide alle spalle.

Pensa che l’Atalanta possa essere un po’ distratta dalla prossima partita in Spagna?

Penso di no, perché facendo questo lavoro vedo che ogni partita è importante e si prepara al massimo. Gasperini potrà fare qualche accorgimento, ma con troppi calcoli si rischia di sbagliare.

Lei ha visto da vicino Rafael e Gollini all’Hellas Verona. Ce li racconta? Il brasiliano è un formidabile uomo spogliatoio…

Chi più di Gollini può parlare bene di Rafael, che gli ha fatto da chioccia al Verona?. Un ragazzo per bene, professionista serio. Una scelta importante dello Spezia nonostante l’età. Ne avevo parlato con Meluso, gli feci i complimenti per l’acquisto perché è un portiere affidabile. Gollini è il futuro, ha fatto esperienza all’estero e tecnicamente è preparatissimo. Vedrete.

A Verona ha visto da vicino anche Jacopo Sala, che purtroppo in maglia bianca non è riuscito a mettersi in mostra.

Lo ricordo all’Hellas: era molto tecnico e dalle grandi qualità fisiche. Sa fare le due fasi tranquillamente, può giocare in tutte le posizioni sulla catena di destra. Era un po’ come Romulo a Verona. Ha poi avuto qualche infortunio di troppo ed è stato penalizzato. In gialloblu era un giocatore affidabile, non conosco poi le sue ultime vicissitudini.

Quando la rivediamo a Spezia? 

Sono venuto qualche volta, ma manca andare allo stadio. In Moldavia riesco ad andarci con i giusti permessi. In Italia mi manca e spero di rifarlo presto. 

Una nuova avventura da CT della Moldavia e subito le qualificazioni mondiali: ci racconta com’è nata questa opportunità?

Stiamo preparando tutto per la prima partita: il 20 ci riuniremo con la squadra e il 25 affronteremo le Far Øer. La prima sarà abbordabile, poi con Danimarca, Israele e Scozia sarà più tosta. Partiamo dalla prima e poi vedremo. Sono qui per forza di cose: dopo l’Hellas ho avuto la proposta dello Sheriff e mi sono trovato molto bene. Abbiamo vinto tanto e sono andato in Europa League. Da lì sono partito e poi ho continuato andando a Baku, in Azerbaigian. Ti si apre il mercato dell’Est e quando mi è stata proposta questa opportunità da selezionatore ho deciso di accettare. È una bella opportunità per me e ho scelto di sfruttarla. Ce la giocheremo al meglio.

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