18 Marzo 2021 - 17:15

L’analisi – Un’isola poco felice, la salvezza è tutt’altro che…Semplici

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Che il calcio non sia una scienza esatta lo dimostra che classifica e rosa del Cagliari non vadano di pari passo: 22 punti, terzultima posizione e altri numeri impietosi nonostante una squadra costruita per ambire, perlomeno, tra le prime dieci della classe. La qualità degli interpreti, del resto, parla chiaro e con giocatori del calibro di Godin, Rugani, Marin, Nandez, Nainggolan, Joao Pedro, Simeone e Pavoletti sembra davvero assurdo che questa squadra abbia raccolto appena cinque vittorie a fronte di sette pareggi e ben 15 sconfitte, oltre ad essere, con 30 reti, tra le compagini che meno vanno a segno nel torneo.

Una sindrome che attanaglia la squadra del Presidente Giulini già dalla passata stagione, quando, dopo un avvio brillante, era arrivato un crollo verticale coinciso con l’esonero di Maran e l’arrivo di Zenga. La salvezza centrata non era certo l’obiettivo preventivato. L’avvento di Di Francesco e un ulteriore mercato importante avevano illuso il popolo sardo che la tanto attesa svolta sarebbe arrivata. E invece, come nei peggiori incubi, la situazione è solo peggiorata e a due mesi dalla fine del campionato, il Cagliari rischia seriamente una clamorosa retrocessione. Allontanato l’ex allenatore di Roma e Sassuolo, nonostante un’ iniziale fiducia con tanto di prolungamento di contratto, è sbarcato Leonardo Semplici, reduce dalle ottime stagioni sulla panchina della Spal: un avvicendamento che al momento pare aver portato i propri frutti considerati i sette punti conquistati in queste prime quattro uscite.

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3-5-2, compattezza difensiva, esaltazione delle svariate qualità offensive e sacrificio corale: idee chiare per Semplici, anche se il cammino degli isolani è ancora irto di insidie. Tra queste sicuramente un aspetto psicologico di non poco conto, ovvero una squadra non abituata a lottare per obiettivi come il mantenimento della categoria e dunque impantanata nelle proprie paure e insicurezze. In una lotta salvezza più che mai viva, ogni minimo errore può essere fatale ed ecco perchè lo scontro in casa dello Spezia assume il sapore di un vero e proprio dentro o fuori.

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