26 Maggio 2021 - 22:00

Tante idee e qualche (fisiologico) errore. Dopo 9 mesi finisce l’era Meluso

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Era arrivato in fretta e furia, con tanta voglia di riscatto dopo la bruciante retrocessione con il Lecce. Mauro Meluso ha preso in corsa uno Spezia appena lanciato nell’orbita della massima serie, con tanti dubbi e molte incognite ma un condottiero solido come Vincenzo Italiano. Una vera e propria rivoluzione nella rosa: 17 giocatori divisi fra prestiti e acquisizioni, più Nzola prelevato a parametro zero dal Trapani e Saponara (19) unico innesto di gennaio. Un mercato strutturato con la spada di Damocle costante di un budget (addirittura sforato) inferiore rispetto a tutte le altre squadre del massimo campionato. Senza contare il Manuzzi di Cesena, le difficoltà legate al Covid, una rosa di oltre trenta elementi da dover gestire. La sua avventura si è conclusa oggi, a circa 9 mesi dal suo insediamento: tanti i lati positivi della sua permanenza allo Spezia, ma anche qualche errore. Abbiamo provato ad analizzarli. 

Giovani e intuizioni

Dei tanti calciatori portati in riva al Golfo, molti hanno destato spesso e volentieri anche l’interesse delle big del nostro calcio (anche grazie al lavoro di Italiano). È il caso di Daniele Verde, prelevato dopo una lunga trattativa per un riscatto obbligato dall’AEK Atene per 600.000 e completamente riabilitato in A. Con lui Leo Sena ed Estevez, partiti in sordina ma diventati elementi di spicco (anche loro riscattabili a buone cifre). Altra importante intuizione è stata il portiere Provedel, prelevato dall’Empoli (dopo l’infortunio di un buon Zoet) e rivelatosi un autentico undicesimo difensore grazie al suo gioco con i piedi. Non dimentichiamo Ismajli, acquisto più oneroso della storia del club ma di sicuro affidamento. Chiudiamo con i prestiti secchi: su tutti Pobega dal Milan, Agoumé dall’Inter e Piccoli dall’Atalanta, due giovanissimi che hanno fatto vedere di cosa sono fatti. Ultimo, ma non ultimo: Riccardo Saponara. Prelevarlo dalla Fiorentina è stata l’unica opportunità in un inverno di cessione della società e il giocatore (nonostante qualche problema fisico) si è dimostrato di qualità sopraffina. Riassumendo, il dato più eloquente è questo: lo Spezia è la squadra che ha speso meno per ogni punto conquistato in A.

Sala e gli altri, cosa non è andato

Come in tutte le storie che si rispettino, qualcosa può andare storto. E anche questa volta è stato così. A partire da Jacopo Sala: primo acquisto assoluto dello Spezia in Serie A, la sua parabola è durata pochi mesi prima di finire miseramente con un’esclusione dalla rosa. E il ricco biennale firmato grida vendetta. Aggiungiamoci che anche l’altro interprete che avrebbe dovuto coprire la fascia di destra (Mattiello) non si è praticamente mai visto e il risultato è scontato. Ferrer e Vignali hanno dovuto fare gli straordinari, fino a quando addirittura Italiano ha dovuto adattare Maggiore. L’altro elemento che stride nella gestione complessivamente oculata del DG è Matteo Ricci. Va detto: il centrocampista era già dalla gestione precedente in scadenza di contratto, ma fra pochi giorni potrà liberarsi a parametro zero. Un peccato, visto che in alternativa (anche con la Nazionale) il club avrebbe potuto generare una bella plus-valenza. Infine, seppur di riflesso, la questione “spezzini”: Bastoni e Vignali, fra gli altri, sono stati fino alla fine del mercato estivo in vendita. Con il senno di poi, vedendo come si sono comportati al primo anno in A, è un bene che ogni trasferimento sia saltato. 

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