20 Aprile 2022 - 13:46

Platek: “Centro sportivo essenziale. Blocco FIFA? Mi sento Super Mario”

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Il numero uno dello Spezia Philip Platek ha concesso una lunga intervista a RMC Sport dove ha toccato tanti temi, dalla realtà spezzina a quella relativa al calcio italiano. Le sue parole riportate da tuttomercatoweb.com, a partire dal tema relativo ai presidenti americani in Italia:

“Penso che sia dovuto principalmente alla rinascita del calcio italiano. Quando si guarda al posto del calcio italiano negli anni ’80, ’90 e primi anni 2000, era il migliore al mondo. Per diversi fattori, l’Italia è stata poi superata dalla Premier League che ha saputo vendere molto bene il suo prodotto e dalla Spagna che ha vissuto della rivalità tra Messi e Ronaldo. L’Italia attrae anche per le entrate che genera: se si crea una struttura commerciale si può avere una visione a lungo termine, non solo finanziaria, ma anche sul tema della promozione del campionato all’estero.”

Qualche battuta, poi, sulla stagione spezzina: “Obiettivo? Costruire una squadra valida e sostenibile in Serie A. Non vi dico che mi aspetto di vedere lo Spezia in Coppa dei Campioni tra cinque o dieci anni. Ci sono ovviamente progetti a livello delle nostre infrastrutture, intorno allo stadio e al nostro centro di allenamento. Stiamo continuando a lavorarci. E una cosa importante: dobbiamo costruire un centro di allenamento e avere una nostra accademia. È essenziale. In parallelo con tutti questi progetti puntiamo a restare in Serie A per la terza stagione consecutiva. I nostri esempi? Atalanta e Sassuolo sono due buoni esempi. Sassuolo si trova un po’ nella nostra stessa situazione per numero di abitanti e dimensioni della città. Quando si è in un piccolo mercato come quello, è praticamente un obbligo avere un approccio di sviluppo per giovani calciatori. Questo è un esempio che possiamo replicare adattandolo ovviamente alla nostra realtà.”

Ha poi proseguito sul blocco del mercato e su Thiago Motta: “Blocco FIFA? Mi sento come Super Mario. Devi evitare le insidie, saltare sulle tartarughe, raccogliere monete e raggiungere la fine del livello. Poi accedi a un altro livello e ricomincia da capo, tartarughe, palle di fuoco (ride, ndr). Mi sento come se avessi vissuto 10 anni di calcio in uno. Devo solo fare i conti con qualunque cosa accada, buona o cattiva. Motta? Ha soddisfatto i nostri criteri. Qui non possiamo avere un allenatore che dice pubblicamente: ‘Ho bisogno di un tale giocatore, mi manca questo e quest’altro’. Non può succedere in un club delle nostre dimensioni. Il nostro allenatore deve sapere come far crescere i giovani, avere energia e dinamismo. Comprare un club francese? Siamo sempre attenti, in più paesi. Deve esserci la giusta occasione. Siamo concentrati su Casa Pia in Portogallo, su Sonderjyske in Danimarca, ma non posso dirvi cosa accadrà.”

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