22 Aprile 2022 - 16:30

Telesio a SP: “Motta ha fatto un gran lavoro. Nzola? Sembra che non gli importi…”

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Spezia lo ha proclamato come uno degli eroi della propria storia: i tifosi appena sentono il suo nome si esaltano pensando ai suoi gol storici. Andrea Telesio, bomber indiscusso: 97 presenze in maglia bianca e 32 reti all’attivo non si dimenticano facilmente. Risponde sempre molto volentieri quando si tratta del “suo” Spezia: è ancora molto legato alla città e ai tifosi, con cui ha instaurato un rapporto magnifico e duraturo. Telegol segue ancora con passione le dinamiche della squadra di Thiago Motta, in lotta per la salvezza. La redazione di Spezia1906.com lo ha intervistato in esclusiva per un’analisi a tuttotondo sulla squadra.

Cosa ne pensa della prestazione dello Spezia nella gara di venerdì scorso contro l’Inter?

È stata una partita in cui lo Spezia è rimasto guardingo. Poi la qualità dei singoli ha fatto la differenza, soprattutto quando Inzaghi ha fatto i cambi, rilevando Dzeko e Correa e inserendo Vidal e Lautaro Martinez. Cinque minuti dopo essere subentrato, l’argentino ha infatti segnato il gol del 2-0, che ha definitivamente indirizzato la partita. Senza il raddoppio, probabilmente Motta negli ultimi dieci minuti  avrebbe osato di più. Lo Spezia si è invece sbilanciato subendo così la terza rete in contropiede, cosa che l’Inter sa fare molto bene.

 Peccato per l’episodio che ha riguardato Nzola…

Ha sicuramente sbagliato a lasciarsi il piercing. Un giocatore quando scende in campo non deve avere nulla e per giunta ha trovato sulla sua strada un arbitro fiscale. Però probabilmente non è stato soltanto l’episodio di venerdì a far scatenare la bufera, ma il fatto che lui durante tutto l’anno non ha tenuto comportamenti sempre adeguati. I tifosi spezzini si aspettano molto da questo giocatore, visto che è stato uno degli artefici della promozione in Serie A. Essendo anche una delle due prime punte, ha un ruolo centrale nella squadra: ci si aspetta tanto dal franco-angolano, anche se a lui sembra quasi non gli importi nulla. È logico che poi la società e l’allenatore perdano la fiducia in lui. Ora mancano cinque partite e bisognerebbe cercare di recuperarlo, sempre se lui è disposto a farlo: potrebbe essere importante nel rush finale.

Secondo lei lo Spezia potrebbe trovarsi svantaggiato se a maggio non arrivassero buone notizie dall’arbitrato di Losanna?

Con il mercato bloccato bisogna di fatto accettare i giocatori che si hanno a disposizione. Se dovesse essere confermata la sentenza FIFA sarà un problema, perché non si potranno sostituire eventuali partenze né i prestiti che scadranno. Tutti sperano in una sospensiva e che si possano fare acquisti, altrimenti diventerà complicato reggere la Serie A per un altro anno, anche con il rischio infortuni non sostituibili. 

Cosa si aspetta dalla prossima sfida contro il Torino di sabato?

A questo punto del campionato diventano tutte finali. Lo Spezia deve ancora sfidare squadre toste come Lazio, Atalanta e Napoli – che sulla carta sono proibitive – e due invece alla portata contro Torino e Udinese. Attenzione però: i granata possono fare risultato con chiunque nonostante qualche assenza. Lo Spezia dovrà pensare a fare il suo gioco e a mettere in atto belle prestazioni come in queste ultime gare. Indipendentemente dall’avversario sarà necessario contare solo su se stessi, senza guardare ai risultati delle inseguitrici. 

Da Italiano a Motta sono cambiate diverse cose: che sensazioni ha sul primo anno dell’italo-brasiliano?

Motta mi ha fatto un’ottima impressione. Nonostante a dicembre fosse vicino all’esonero, ha continuato a lavorare superando le difficoltà. È riuscito comunque a fare risultati nonostante tutto e penso che, una volta raggiunto l’obiettivo, si leverà qualche sassolino dalle scarpe. Lui ha un modo di impostare il gioco completamente diverso dalla precedente gestione, cerca un approccio più tattico nonostante un organico non modificabile. Non è facile allenare in determinate situazioni, ma Motta è riuscito a trasmettere la giusta tranquillità al gruppo. 

Secondo lei quanti punti mancano per raggiungere l’obiettivo salvezza?

Tre o quattro punti possono bastare. Fino a qualche settimana fa la quota sembrava addirittura 32 o 33 punti, ora giocoforza si alzerà un po’. Le squadre dietro lo Spezia sono tante: bisogna fare la corsa sulla quartultima, anche perché sulla carta Sampdoria e Cagliari hanno un organico superiore a quello dello Spezia.  

Secondo lei chi è l’uomo chiave della squadra?

Non c’è un vero e proprio elemento determinante. In alcune occasioni è stato Erlic, in altre Verde o Manaj. Lo Spezia non ha un giocatore di riferimento come può essere Insigne nel Napoli o Immobile nella Lazio. Il gruppo è l’elemento trainante e il segreto è qui: ogni calciatore ha inciso in gare diverse. La fortuna è stata che i periodi buoni dei singoli giocatori non si siano sovrapposti: ad esempio Verde ha fatto bene tre o quattro partite poi è calato ed è subentrato Gyasi che ha fatto gol e portato alla vittoria. Poi è stato il momento di Agudelo. Insomma, a fare davvero la differenza è il gruppo. Quando si ha come obiettivo la salvezza, senza l’ossatura e il collettivo non si raggiunge. In questo è stato bravo anche l’allenatore, che ha saputo fare da collante.

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