Luca Gotti, tecnico dello Spezia, ospite negli studi di Sky Sport ha parlato della sua carriera e del suo modo di vivere il calcio, con ovvio riferimento anche all’esperienza nel Golfo Dei Poeti. Una bella introspezione in una delle storie più interessanti fra gli allenatori di Serie A.
Vita in panchina
Allenare? Quasi casualmente sono diventato un vice allenatore e non ambivo al dover fare il primo. Poi, la vita e i fatti mi hanno fatto cambiare idea. Un esonero fa provare tante cose, ci sono le piccole grandi frustrazioni: si viene valutati in base ai risultati, ma non sono gestibili tutte le variabili. Di fatto ci si rende conto che il giudizio si basa su cose che non dipendono direttamente da te protagonista. L’esonero dello scorso anno a Udine, per quanto dispiaccia, fa parte del rischio professionale. In altri momenti della mia vita sportiva non la pensavo così.
Mai solo
A Spezia vivo un contesto diverso, sono in una città piccola ma che vive di passione e anche volendolo non ci si sente mai soli. Sono sempre accompagnato da una città intera: sono una persona felice e mi godo le piccole cose. Alleno una piccola squadra di Serie A e alle sconfitte non ti abitui mai, ma questo va circoscritto in un contesto più grande.
Kiwior al top
Non ci sono dubbi che il suo destino sia un top club. Ha tutti i requisiti per ambire ai massimi livelli, ma va capito quando. Ho visto tanti giocatori bruciare le tappe e poi non essere all’altezza. Lui ha tutto per diventare grande, ma bisogna fare tutto gradualmente.