Spifferi da casa Sarri sostengono che il tecnico abbia già passato al setaccio le prossime quattro avversarie della Lazio. Si sarebbe spinto fino al Sassuolo, in calendario a inizio maggio, anche perché lo Spezia da affrontare venerdì sembra già conoscerlo a memoria. Preparare ogni dettaglio di una sfida, sfruttando più giorni a disposizione, è da sempre il grande peccato di gola a cui il toscano non vorrebbe mai rinunciare. Ora che si è smarcato dalla tanto vituperata Conference League si può godere la sua settimana tipo preferita, con ore e ore passate nello studio a preparare la squadre alle prossime avversarie. Ultimamente sono i giocatori stessi a chiedere allo staff tecnico i filmati di un determinato avversario da esaminare. La grande forza della Lazio, rispetto alle inseguitrici, è che può già individuare le sue nove avversarie, nessuna in più e nessuna in meno. Tra una domenica e l’altra zero ostacoli, non è un caso che dopo l’eliminazione europea siano arrivate tre vittorie consecutive in campionato.
All-in sulla Champions League
Per ora dunque l’all-in per la Champions League sembra essere stata una mossa vincente, da confermare però a partire dalla trasferta di La Spezia. Un’altra prova di maturità per quella Lazio che, pochi giorni dopo ogni scontro diretto vinto, non si è quasi mai confermata: cinque big battute e una sola vittoria nella gara successiva (col Monza all’andata dopo il derby). In Liguria servirà un arrembaggio iniziale simile a quello che ha messo alle corde la Juventus, l’atteggiamento non dovrà cambiare, ci vorrà ancora una Lazio famelica. Alla soglia dei due anni dal suo sbarco a Roma, Sarri coniuga bel gioco e risultati in modo continuativo, non si accontenta della sola concretezza, ogni vittoria passa da un determinato metodo legato a una specifica applicazione tattica. L’esaltazione di un’idea che adesso dovrà tornare a coinvolgere il suo bomber di razza: non può esistere una Lazio competitiva senza Ciro Immobile, tornato in campo da due giornate, la squadra saprà aspettarlo anche perché Sarri non vuole rinunciare al suo peso offensivo. Il tridente leggero resta il Piano B, le cartucce ancora non sparate da Immobile sono l’oro da cui trarre i gol pesanti, decisivi in questo tiratissimo finale di stagione.
Immobile con il freno a mano tirato
Un a storia infinita di gol su gol, di partite giocate continuamente, di scatti a ripetizione, di Slam uno dopo l’altro. Ciro Immobile s’è concesso anima e corpo alla Lazio, non risparmiandosi mai. E continuerà a farlo, con giudizio. Mau a Monza l’aveva fatto entrare in corsa, contro la Juve l’ha tenuto in campo 64 minuti. Lo farà rigiocare contro lo Spezia venerdì e terrà pronta la staffetta con Pedro. Sarri ha optato per un rientro soft di Ciro, a lento rilascio. E ha continuato adottando una gestione prudenziale. Dopo quattro stiramenti non saranno corsi rischi finché Immobile non raggiungerà il top della forma. Dovrà sempre autocontrollarsi, svolgere esercizi preventivi in settimana, limitare gli sforzi soprattutto nelle settimane più intense, in cui il calendario s’intasa. Non sono segnali di cedimento, è un modo diverso di arrivare pronto alle partite. Come scrive il Corriere dello Sport, Ciro a Monza ha iniziato il nuovo rodaggio, contro la Juve il suo rientro è entrato nel vivo. Quella volée su lob di Felipe Anderson ha fatto gridare al gol, solo il volo di Szczęsny ha negato il colpaccio al capitano. E’ in quell’azione che ha dato prova di essere sulla strada giusta. Scatto, tempismo, coordinazione, mira, s’è visto il Ciro dei colpi migliori. Sarri lo vuole preservare il più possibile e spremere il meno possibile per averlo al top nel rush finale. Il vantaggio sulle inseguitrici Champions è aumentato, non va disperso. Ha avuto Ciro solo per 1544 minuti in campionato, non è stato facile ovviare alle assenze, rinunciare alla sua quota record di presenze e gol.