5 Agosto 2025 - 16:00

Sì, Spezia è un Paese per giovani (meglio se fatti in casa)

post

Sì, Spezia è un Paese per giovani. E rappresenta un esempio virtuoso non da tutti in questo calcio moderno attento tanto ai risultati e poco al progetto. Spesso e volentieri non c’è spazio per i talenti in erba, che hanno bisogno di sbagliare, crescere e soprattutto di tempo. Troppo facilmente si decide di spedirli a “farsi le ossa” in altre realtà che spesso si traducono in bocciature o “poca voglia di valorizzare prospetti altrui”. Il percorso che da qualche tempo a questa parte ha intrapreso la società di Via Melara è però diverso e in controtendenza con tanti altri. Perché in Via Melara spesso i talenti sono passati (e sono diventati grandi) ma da un po’ adesso si lavora per costruirli in casa. Sono sotto gli occhi di tutti i Maggiore, i Bastoni e i Vignali, cresciuti e arrivati pure in A prima di fare le valigie troppo presto. Sono solo tre degli esempi di ottimi prospetti che forse in seno al club si sarebbero potuti valorizzare maggiormente.

Beck e il record, un buon inizio

Dall’approdo in A in avanti, le varie amministrazioni hanno capito che puntare sui giovani può essere la strada giusta, meglio se formati in casa. Al netto dei tagli purtroppo subiti nell’era Platek, lo Spezia ha comunque lanciato Bertola (oggi all’Udinese), forgiato Plaia e Mascardi fra i pali, pescato un Candelari di ottimo livello dalle Marche. Dall’era Thiago Motta in avanti qualcosa sembra davvero essersi mosso: il tecnico italo-brasiliano fece esordire Zovko fra i pali (2002), ma soprattutto Beck, regalandogli contro la Lazio i primi minuti in A che fecero storia. Un primo passo, raccolto però solo più tardi. Già, perché oggi Beck è passato allo Sturm Graz e giocherà la Champions, ma nel frattempo in tre anni la politica sui giovani è cambiata.

Pio Esposito ha fatto scuola

Merito delle idee del DS Melissano, che dapprima in collaborazione con Macia e poi in solitaria ha puntato in maniera forte sui migliori prospetti in circolazione. L’intuizione di portare una allora scommessa come Pio Esposito in maglia bianca si è rivelata un volàno perfetto: in due stagioni l’attaccante è letteralmente esploso e oggi non bastano 50 milioni per comprarlo. L’Inter, adesso, se lo gode. Un lavoro eccezionale, che ha riscosso l’attenzione di tanti grandi club, con un messaggio chiaro: allo Spezia i giovani sono nel contesto giusto per crescere. Non è un caso se la stessa Inter apre al prestito di Alexiou e pure il Milan ceda Comotto alle Aquile, con l’obiettivo di ritrovarsi in casa un’ottima crescita. Oggi lo Spezia è una meta appetibile per le big e per i talenti ed è un dato di fatto.

Meglio se fatti in casa

Poi, al netto dei premi che la Lega B mette a disposizione per i minutaggi, il discorso vale anche per i liguri: alla lunga valorizzare profili altrui, pur forti, non paga. E allora perché non costruirli al Ferdeghini? Il presidente Charlie Stillitano è stato chiaro sulla volontà di investire sulle strutture e sul settore giovanile, segno che il vento sta cambiando.  Tanti prospetti interessanti tutti cresciuti sul manto di Via Melara in ritiro: Leonardo, Baldetti, Fontanarosa, Bertoncini (con tanto di primo contratto da professionista), Insignito, Lorenzelli. A questi si aggiungono Onofri, Chiabotto, Conte, Lontani e pure Cassano, anche lui neo-professionista. Se poi ci mettiamo anche due spezzini doc come Giorgeschi e Benvenuto il quadro è completo, con l’aggiunta dell’ultimo arrivato Lischetti, altro giovane di belle speranze. Insomma, lo Spezia lavora e aspetta i frutti delle sue idee, consapevole che il Golfo Dei Poeti sia davvero un Paese per giovani. 

One thought on “Sì, Spezia è un Paese per giovani (meglio se fatti in casa)

  1. 1) lo chiedo per favore. Non date meriti ad un Macia sul quale ci sarebbe da scrivere tanto, ma proprio tanto, rischiando querele…
    2) se indicate CONTE Gioele, mi risulta sia sempre del Toro.
    3) Prendete Gaddini, oggi nuovo giocatore del Cittadella…i giovani che a torto o a ragione non si lanciano in prima squadra vanno tenuti sotto controllo. Vedi Empoli: recompra o diritto % su eventuale prossima cessione. Oggi gli azzurri hanno una buona parte di rosa fatta in casa (vedi i vari Degli Innocenti) e stanno incassando decine di Mln dalle cessioni…no cariatidi di alto impatto economico (cartellini) e basso tecnico e/o stipendi faraonici ereditati dal Vs. citrato.
    4) ai tempi di Volpi, nell’era entusiastica, c’erano le Academy…ecco le affiliazioni sono quello che oggi ancora manca insieme alla foresteria. Un buon settore giovanile ha un costo di 1,5/2 Mio l’anno e ti produce 2/3 ragazzi l’anno da lanciare in prima squadra…
    5) Giorgeschi non è spezzino. E’ stato preso dalla primavera del doria con Pedicillo per un totale di 1 Mln.
    6) D’Angelo dei giovani si fida il giusto. Pio a parte. Bertola si era già fatto il suo spazio con Alvini. Kouda ha fatto tanta panca anche quando stava bene. Candelari lo usa con parsimonia. Giorgeschi e Benvenuto lo scorso anno, a costo di perdere qualche punto, andavano buttati dentro per arrivare a fine campionato con un po’ più di energie. Cassata, Bandinelli e Petko sono ko ancora oggi perché stremati dopo aver tirato l a baracca per tutto lo scorso campionato.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *