Serve uno Spezia gladiatore, combattente, se possibile anche vincente. La sosta servirà per dare maggiore spinta a una squadra che qualche progresso contro il Bari lo ha mostrato nell’ultima uscita in campionato, pur non riuscendo ancora a scrollarsi di dosso la maledizione vera e propria del Picco. La sosta arriva probabilmente al momento giusto, così da far ambientare il nuovo allenatore Donadoni (che ha sottolineato le giuste vibes della piazza) negli schemi e nei rapporti con i calciatori. Due settimane a stretto contatto e senza l’assillo delle partite utili per far quadrare più cose.
Undici Aurelio
Lo Spezia dovrà lavorare anche sulla testa, una componente psicologica che diventa fondamentale quando bisogna risalire la china di un campionato che si è messo peggio di quanto ci si aspettasse. Alla ripresa ci saranno tre scontri diretti fondamentali: Mantova, Sampdoria ed Entella, di cui due in trasferta, come chiamata importante per risollevare le sorti della stagione. Ma vogliamo sottolineare un segnale da cui ripartire: la garra, vista soltanto a tratti contro il Bari. Emblematico soprattutto Giuseppe Aurelio, che contro i Galletti ha saputo forse incarnare meglio di tutti questo sentimento: non solo non si è mai risparmiato, ma a un quarto d’ora dalla fine, poco prima di uscire, lo abbiamo visto distintamente dalla tribuna esultare come per un gol alla conquista di un calcio di punizione defilato sulla trequarti campo avversaria. Mai (o quasi) in questa stagione erano usciti momenti di così grande forza mentale, né tantomeno la squadra è riuscita a sprigionarli al meglio. Ma l’atteggiamento – come evidenziato da Donadoni – è quello giusto. Ripartiamo da qui, coltivandolo.

