In vista dei play-off che per lo Spezia inizieranno il prossimo mercoledì, Il Secolo XIX ha chiesto un parere sulle Aquile a Luca Mora, ex centrocampista delle bianche casacche che oggi gioca in Serie D. A 37 anni, “il filosofo” calca ancora i campi con passione e intanto potrebbe tornare al Picco per le semifinali. Il giocatore racconta di sentirsi spesso con Vignali e Salvatore Esposito, che conosce dai tempi di Spezia e Spal, nella speranza che qualcosa di simile al 2020 ci sia: “Difficile fare paragoni, ma i risultati dipendono anche dall’ambiente. Quando le cose vanno bene è tutto più semplice e pur con un percorso diverso sono finiti terzi come noi allora” dice.
Lotteria
Nessun consiglio particolare per la post-season, se non “fare attenzione“. I play-off sono imprevedibili e Mora stesso ricorda come il 2-0 di Chievo (ottavo) rischiò subito di costare carissimo. Quindi, un parere su D’Angelo, conosciuto ad Alessandria: “Tecnicamente molto preparato e una grande persona. Non mette mai pressione, coinvolge tutti e parla francamente. È esattamente ciò di cui un calciatore ha bisogno“. Una cosa è certa, conte il carattere e in gare su 180′ non è mai finita: “La stampa ci massacrò dopo il KO con il Chievo, ma ebbe effetto sulla squadra. Fu una provocazione che funzionò“.
Esposito, ma non solo
Mora elogia poi la qualità della rosa di D’Angelo: “Conosco bene Salvatore Esposito dai tempi di Ferrara, in cui stava crescendo molto. Ora ha capito cosa dovesse migliorare, ma la personalità non gli è mai mancata e ora è pure più continuo“. Difficile capire chi sia meglio affrontare, ma la certezza è una: “Spezia e Cremonese possono ripetere il film dello scorso anno, che vide terza e quarta in finale. La classifica ha sempre un suo perché“.
Un pensiero al passato
Infine, il centrocampista ricorda Vincenzo Italiano, laureatosi campione in Coppa Italia con il Bologna: “Quegli anni fu decisivo, ovunque sia andato ha sempre fatto bene. Pensavo che avrebbe avuto maggiori difficoltà a Bologna dopo Firenze, ma sono contento per lui. Gli ho scritto dopo la finale, solo complimenti” spiega. E poi un po’ di amarcord: “La mia mancata riconferma fu una storia complessa, ma forse era una società che aveva già deciso di vendere. A volte ti aspetti più riconoscenza” chiosa.
