Lo Spezia che va alla sosta del campionato porta con sé non poche domande, cui non è nemmeno troppo facile rispondere. Come mai la squadra ha performato così male nella prima parte di campionato? Quanto è un problema fisico? E soprattutto come deve lavorare durante la pausa? Abbiamo provato a chiederlo a un esperto del settore come Alberto Lungherini, che peraltro ha lavorato in società nella stagione 2022/’23 al recupero degli infortunati, l’ultima in Serie A. Il professionista fiorentino ci ha aiutato, nella nostra chiacchierata in esclusiva, a capire meglio i risvolti delle tante doppie sedute e del lavoro di grande intensità impostato da Donadoni. Ha risposto poi alle nostre domande su Zurkowski, che ha avuto “per le mani” nel momento del suo arrivo in maglia bianca nel mercato di gennaio: in questi giorni il polacco dovrà sottoporsi a un nuovo intervento chirurgico.
Lungherini a Spezia1906.com
Ripartiamo da lei: che ricordi ha di quella stagione in riva al Golfo dei Poeti?
Fu una sola stagione, sarei dovuto rimanere di più senza retrocessione. Ero all’interno di un gruppo di lavoro molto affiatato con Gian Nicola Bisciotti per il recupero infortunati. Avevo già lavorato con lui in Qatar e ho accettato di tornare in questo progetto avvicinandomi a casa dopo tanti anni. Ero nello staff medico e avevamo grande scambio e unità di vedute con il team di campo, si lavorava bene. Peccato per come è andata poi con la Serie A, fu un vero peccato per lo Spezia e i suoi tifosi.
Lo Spezia di oggi si ritrova in fondo alla classifica con prestazioni che hanno lasciato a desiderare. Quanto è un fattore fisico e quanto psicologico?
Con le tecnologie e gli staff di cui si dispone, è oggettivamente piuttosto difficile sbagliare la preparazione estiva. Sicuramente ci possono essere entrambe le componenti in una situazione come quella dello Spezia, che viene da una grande delusione sul campo. La parte mentale è molto importante, ogni squadra ha una storia ed è tutta questione di alchimie fra le varie parti. Le ragioni fisiche sono più facilmente controllabili.
Donadoni ha impostato il suo lavoro sulla parola chiave intensità e su tante doppie sedute. Che cosa significa? È anche un modo per conoscere meglio la squadra o c’è un’impostazione specifica?
Nel caso dello Spezia c’è stata una concomitanza della situazione. Il subentro di un nuovo allenatore nella sosta somma le cose: solitamente si approfitta della pausa senza partite per mettere un po’ più di benzina nel motore visti i calendari congestionati. Il paradosso oggi nel calcio è che la partita diventa il vero allenamento per il calciatore, che deve recuperare fra una gara e l’altra. Con l’entrata di un nuovo gruppo, poi, ci saranno nuovi test fisici per testare la situazione e si lavorerà su potenza aerobica e muscolare per prevenire gli infortuni. In Italia soffriamo parecchio di infortuni, che vanno divisi fra quelli di tipo traumatico e muscolare.
È davvero possibile riproporre una mini-preparazione nelle due settimane di sosta?
Sì, è possibile. Si impostano dei micro-cicli per lavorare sulle varie componenti, soprattutto di tipo aerobico e muscolare, oltre all’individuazione delle varie carenze nel singolo a seconda della situazione di squadra. L’idea è quella di aumentare la potenza aerobica così da recuperare meglio e rischiare anche meno infortuni. È una sorta di richiamo della preparazione estiva, che si fa a seconda della situazione che si trova. Oggi le preparazioni sono molto più corte in estate e cambia tutto.
Lei ha conosciuto anche Zurkowski. Come si spiega questo suo calvario fisico?
Bella domanda. Sicuramente ha una bella dose di sfortuna. Ha superato nel suo pregresso un periodo complicato con due infortuni molto tosti (anche alla caviglia n.d.r.). Quando arrivò allo Spezia dalla Fiorentina presentava già alcuni problemi fisici che ci obbligarono a lavorarci molto prima di rischiarlo in campo. Ha sempre avuto problematiche legate agli infortuni e per quello che ha patito ha mostrato anche carattere nel tornare. Ora bisognerebbe essere dentro lo staff per capire meglio la situazione, ma purtroppo ha presentato sempre un’attitudine molto alta ai guai fisici, anche per il tipo di gioco molto fisico che propone.

