Lo Spezia illude per un tempo e poi crolla al Martelli. Il collaudato 4-3-3 di Possanzini funziona bene, l’ibrido di Donadoni no. Il Secolo XIX analizza in maniera tattica la partita di ieri, ripartendo dall’inizio scoppiettante degli aquilotti, nonostante qualche incertezza nel passaggio dalla difesa a cinque a quella a quattro. Pressing alto, coraggio e u po’ più di equilibrio, oltre alla versatilità nelle ripartenze in fase offensiva, con ampiezza sugli esterni e i due attaccanti. Si cerca di accentrare la densità verso il portatore di palla avversario lasciando libero il fianco opposto, ma i padroni di casa riescono sempre a mettere un uomo in più nella zona nevralgica. Lo Spezia dura una mezz’ora ordinato e corto, con le giuste distanze, segnando subito.
Troppi errori
Poi la squadra si abbassa troppo e si schiaccia di fronte alla propria area smettendo di tenere le giuste distanze. Letture sbagliate, poca brillantezza e un’altra rete su calcio piazzato. I cambi dei centrocampisti non convincono, soprattutto quello di Nagy: lo Spezia perde ulteriormente brillantezza e la lucidità, i reparti si sfilacciano e la sconfitta è solo una conseguenza.
