Dici Spezia-Sampdoria e pensi a Marco Rossinelli. Il doppio ex della sfida di domenica ha nel cuore entrambe le squadre. Classe 1949, ex terzino destro poi allenatore, da tempo non ha più avuto nemmeno incarichi in panchina perché stufo del calcio. “Non mi appassiona più – racconta a Il Secolo XIX – perché c’è troppo business e proprietà distanti anni luce. Anche la Liguria è in profonda crisi, si salva solo l’Entella“.
Che succede a Spezia e Samp?
Le difficoltà sono evidenti, ma lo Spezia non se la passa meglio: “Ha cambiato tre proprietà in un anno e quando il patron è lontano nascono i problemi” dice riferendosi all’ultima novità della multa ricevuta. Non se la cava bene nemmeno la squadra blucerchiata: “Da tifoso speravo retrocedesse in C e che qualcuno serio la rilevasse” arriva a dire Rossinelli. Oggi lo Spezia è ultimo dopo aver sfiorato la A: “Forse c’era la convinzione di poter affrontare il campionato con tranquillità, ma è un problema anche tecnico. L’anno scorso c’erano Pio, Elia, Reca, Gori, che la società non ha voluto trattenere“. Fino al reintegro di Verde: “Non bisognava mettere fuori rosa l’unico giocatore che a mio parere ha qualità tecniche superiori. Sulla corsia esterna fa la differenza, penso che possa diventare uno dei protagonisti della risalita“.
Spazio ai giovani
Quindi, Rossinelli si concentra anche sui giovani in maglia bianca: “Vanno incentivati e aspettati, come successe con Pio Esposito. Il primo anno non convinceva, poi è stato formidabile. Non hanno esperienza e non possono essere un punto fermo per la salvezza, vanno inseriti in un sistema collaudato e soprattutto hanno bisogno di tempo” spiega. In un attacco falcidiato dagli infortuni, sta emergendo il talento di Vlahovic: “Buon prospetto, ma non si può pretendere che sia decisivo. Se giocherà con continuità magari sì, ma lo Spezia oggi non può aspettare. Donadoni deve mettere in campo la sua mentalità in una categoria mediocre. Conta creare un gruppo sano, quello che era lo Spezia dell’anno scorso” conclude.

