22 Gennaio 2021 - 17:45

Roma, caos mundi: dal Paradiso all’Inferno il passo è (molto) breve

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Fuori in 210 minuti: non è il titolo di un thriller, bensì la settimana che ha letteralmente sconvolto la Roma. Quella che sembrava infatti un’ottima annata, improvvisamente ha subito una drastica frenata: tre a zero nel derby, sconfitta casalinga con lo Spezia in Coppa Italia e, come se non bastasse, figuraccia planetaria sulla vicenda sei cambi di gioco anziché cinque.
E pensare che proprio un’altra gaffe aveva dato vita alla stagione 2020/’21: stiamo parlando della trasferta pareggiata in quel di Verona nella quale la società aveva schierato tra i titolari Diawara pur non avendolo inserito correttamente nella distinta. Risultato, tre a zero a tavolino per gli scaligeri, con tanto di ricorso bocciato lo scorso novembre. Ma se da allora la Roma era riuscita col gioco a spazzare via ogni critica, scalando le vette della classifica, le ultime due uscite hanno fatto invece precipitare nel baratro i giallorossi.

FONSECA: “SENTO LA FIDUCIA DELLA SOCIETÀ”

Via il team manager Gombar e il Chief Global Sport Office Zubiria, sotto stretta osservazione Fonseca: Friedkin ha esaurito la pazienza e proprio la gara di sabato contro lo Spezia rappresenterà un dentro o fuori per il tecnico ex Shakhtar. E se i tifosi chiamano a gran voce lo svincolato di lusso Allegri, i nomi che circolano con maggiore insistenza sono quelli di Mazzarri, Sarri, Spalletti ma persino la suggestione De Rossi. Dettagli non da poco, anche se comunque la Roma non va sottovalutata visto il potenziale sinora espresso. Terzo posto in classifica, 34 punti in classifica frutto di 10 vittorie, 4 pareggi e altrettante sconfitte, un 3-4-2-1 frizzante, votato all’attacco e una rosa ricca di elementi di primo livello. Certo, quei 29 gol subiti rappresentano un deficit importante e non è un caso che il reparto difensivo sia sotto accusa da inizio stagione.

E INTANTO I GIALLOROSSI VALUTANO UN DIRIGENTE AQUILOTTO >>>>>> LEGGI TUTTO

Contro lo Spezia, dunque, saranno vietati i passi falsi: parola d’ordine vincere e soprattutto convincere. Se così non sarà, pronta la rivoluzione degli americani. Senza ulteriori perdite di tempo, rimpianti e ripensamenti. Del resto, in terra vaticana è noto come morto un Papa se ne elegga un altro. Figurarsi un Fonseca…

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