Sulle colonne di Repubblica troviamo oggi un’intervista al DG dello Spezia Riccardo Pecini. Il dirigente si è soffermato a 360° sul mercato appena concluso e sulla sfida avvincente di una squadra giovane ma anche più costosa di sempre. L’estate è cominciata con non poche difficoltà, ma via via si sono prese le misure fino a giocare al Picco contro l’Udinese: “Un risultato straordinario per cui si è lavorato giorno e notte. È fondamentale ripartire in casa e anche il segnale dato dai tifosi è molto importante“. Nell’estate aquilotta ha imperversato anche il Covid, ma Pecini è chiaro: “Non abbiamo giocatori non vaccinati. Soltanto Sher non ha fatto la seconda dose per mancanza di tempo finora“. E anche gli attriti con Nzola sembrano acqua passata: “Non avevo dubbi che tornasse in gruppo, gli piace giocare e si è allenato da solo dopo venti giorni di stop a casa. Ci contavamo“.
E presto anche Leo Sena sarà a disposizione: “Sta benissimo ed è vicino al rientro dopo un mese di fermo” la conferma. Difficile poi districarsi fra i tanti colpi messi a segno in queste settimane, anche se – parola di DG – Strelec è stato il più complicato. Rimpianti? Pochi. Il non arrivo di Piccoli poteva essere compensato da Hove e Manversk, ma poi sono variati gli obiettivi. E ancora il rapporto con allenatore e società: “Motta ha un bel modo di allenare, mostra obiettivi e concetti, lavora tanto e fa divertire. I giocatori lo seguono molto. I Platek lavorano come un’azienda organizzata e tutto funziona. Ci sentiamo più volte al giorno, vogliono capire e conoscere tutto, stanno costruendo una realtà in stile anglosassone a conduzione familiare. L’obiettivo è la salvezza oltre a quello di coniugare aspetto finanziario e sportivo“.
Infine il mercato: “Impossibile non cambiare, avevamo dieci giocatori. Una squadra giovane è considerata poco efficace in Italia, ma non è sempre così. Magari pagheremo qualcosa in malizia e concretezza, ma siamo certi delle scelte fatte. Più freschezza c’è e meglio si potrà fare alla lunga: il Milan lo ha dimostrato lo scorso anno. Il nostro modello è il Red Bull Salisburgo“. E lo sguardo al passato dice che Falcone e Destro non sono arrivati: “Per il primo intoppi di tipo non sportivo, con il Genoa mai trovato l’accordo per lo scambio con Nzola” conclude Pecini.
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