29 Giugno 2023 - 16:58

Il progetto va avanti, a patto che i Platek “conoscano” la Serie B

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Spezia e lo Spezia avranno il loro stadio. E consentitecelo, sarà bellissimo. E se ai Platek si possono imputare errori di valutazione, di scelte e sportivi soprattutto nella scorsa stagione, dal punto di vista delle progettualità hanno dimostrato di parlare e fare fatti, eccome. Dal momento in cui sono arrivati, gli americani hanno infatti messo mano all’impianto del Picco in un progetto pluriennale, svelato definitivamente ieri, che permetterà al club bianco di poter contare su una casa degna di questo nome per molti anni. Non c’è che dire, è un’attestazione doverosa: come quando arrivano gli errori è giusto evidenziarli, è altrettanto doveroso sottolineare la bontà del percorso intrapreso.

Un passo alla volta, ma velocemente

Ma ora c’è da allestire una squadra competitiva per la Serie B, che forse nessuno – nemmeno la famiglia proprietaria dello Spezia – si sarebbe aspettato soprattutto per come la stagione si era messa. Nell’anno del maggior tasso tecnico della storia recente degli aquilotti è arrivato un risultato sportivo completamente distante dalle ambizioni sbandierate dalla proprietà, che ora dovrà suo malgrado fare i conti con una dimensione mai provata prima. E alla B bisognerà stare attenti, per almeno due motivi: prima di tutto si tratta di un campionato estremamente equilibrato, in cui spesso e volentieri più che le individualità conta lo spirito di squadra e più che gli investimenti la fame in campo. Un torneo pieno di insidie, in cui ci saranno anche molti campi ostici da affrontare in giro per l’Italia e in cui non basterà solo chiamarsi Spezia e portarsi dietro tre anni di Serie A. Anche per questo l’idea dei Platek di tornare il prima possibile in Serie A dovrà collimare con un’unità di intenti importante (mancata a più riprese la scorsa stagione) per provare a raggiungere gli obiettivi prefissati.

Rischi

Anche perché alcune realtà degli anni passati insegnano: il Parma – altra proprietà americana con Krause – dal 2021 in avanti ha speso molto per approntare organici all’altezza ma non è nemmeno mai andato vicino al tornare in A, il Monza di Berlusconi ha investito molti milioni in due anni di cadetteria arrivando in A solo attraverso il play-off con il Pisa. Il Palermo del City Group, nonostante spese importanti, non ha raggiunto nemmeno i play-off nella scorsa annata. E gli esempi potrebbero essere molti altri. Per questo non sarà facile proclamare lo Spezia fra le cosiddette “favorite”, anche perché solo Genoa e Cagliari sono riuscite a invertire la tendenza di retrocesse subito di nuovo promosse. E anche in questo i Platek dovranno essere bravi a capire subito come ci si adatta alla Serie B. Ripartendo da Alvini e dalla voglia di dimostrare di essere lo Spezia voglioso visto nelle stagioni precedenti.

2 thoughts on “Il progetto va avanti, a patto che i Platek “conoscano” la Serie B

  1. Tutto vero squadre ancor più blasonate dello Spezia, hanno fatto la “gavetta” in serie B per più di qualche anno. Fatto lo stadio nuovo, bisogna cercare di fare una squadra competitiva per la categoria cadetta che a mio avviso è molto più dura della A. Auguriamoci il meglio possibile. Forza e sempre Aquile!!

  2. Vincere la B è più difficile che salvarsi in A ci vuole tanta fortuna vedi Parma Bari ecc spendendo tanto per calciatori blasonati sono sempre lì non parliamo del Brescia calciatori forti che siano motivati a fare carriera un DS esperto in affiancamento a quello attuale sarebbe bene

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