Il responsabile del settore giovanile dello Spezia Giuseppe Vecchio ha parlato in una lunga intervista a MondoPrimavera.com analizzando i tanti temi relativi alla crescita dei ragazzi del Ferdeghini, in un progetto a lungo termine. Nei giorni scorsi, l’ex capitano ha ricevuto un premio davvero prestigioso come conferma della bontà del suo lavoro. Al centro di una delle realtà più interessanti dal punto di vista del lavoro con i talenti, che ha sfornato molti talenti oggi al centro del calcio italiano e non solo. Ecco alcuni estratti.
Le parole di Vecchio
Sul lavoro con i giovani: “Ormai è nella nostra tradizione puntare sulle risorse del territorio e molti di loro sono arrivati in alto. Ci contiamo anche se non è semplice, molto dipende sempre dalla Prima Squadra. Quando le cose vanno meno bene diventa più complicato farli esordire, ma negli anni abbiamo dimostrato di poterci fare affidamento”.
Su Benvenuto e Giorgeschi: “Stanno facendo un percorso simile a Vignali e Bastoni, che come Maggiore hanno giocato titolari in A”.
Sulla Primavera: “Terzi è il capitano della A e da tre anni è con noi. Ha una grande preparazione, conosce l’ambiente e ha lo Spezia sulla pelle. La Primavera ha iniziato alla grande la stagione e sta crescendo moltissimo: oggi non ci preoccupiamo dei risultati ma anche quelli stanno arrivando. Obiettivo promozione? Vogliamo prima di tutto fornire giocatori ai grandi, poi i risultati aumentano l’autostima e cerchiamo di raggiungere il miglioramento di tutti i ragazzi. Nel caso, la Primavera 1 sarebbe un orgoglio per tutti noi”.
Sull’Under 17: “Anche i 2009 sono molto competitivi e ci sono molti giocatori di prospettiva. Penso che stiamo facendo un ottimo lavoro in prospettiva per quanto ci eravamo prefissi. Il miglioramento del singolo calciatore, perché aiuta anche gli altri aspetti della squadra. Il nostro focus è quello, se poi i risultati arrivano anche in questo caso è solo un bene”.
Sui valori trasmessi: “La storia, l’appartenenza e l’attaccamento alla maglia sono i primari. Poi subentrano l’aspetto tecnico e la tattica individuale. Le due fasi, la formazione e la tecnica sono i principi di base, senza quelli è impossibile iniziare una carriera da calciatore”.
Sulle difficoltà con i giovani: “In Italia facciamo fatica in generale perché non abbiamo coraggio. In certi ambienti c’è tanta pressione e non è semplice, ma se non ci proviamo faremo sempre fatica. Dovremmo credere di più nei nostri giovani, specialmente quelli cresciuti in casa. All’estero questo succede. Se penso a Pio Esposito: qui il primo anno ha faticato e ha ricevuto critiche. L’anno successivo si è scoperto devastante e ora segna anche in Nazionale. Questo significa avere coraggio, perché in Italia talenti ce ne sono e anche tanti”.

