27 Gennaio 2022 - 21:54

Provedel: “Nazionale? Penso allo Spezia. Gruppo maturo e in crescita”

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Ospite della trasmissione Voglia Di Spezia, in onda su Tele Liguria Sud, il portiere delle Aquile Ivan Provedel ha trattato i temi del momento durante la pausa. Per il numero 94 aquilotto all’orizzonte la trasferta dell’Arechi di Salerno, con un occhio allo stage della Nazionale di Mancini. Il suo contratto è in scadenza a giugno e le parti stanno trattando, come ha riferito il suo agente in esclusiva ai nostri microfoni. Ma intanto il friulano si gode il momento, ecco le sue parole:

Sulla Nazionale: “Sinceramente non ci avevo mai pensato, la vedevo una cosa talmente lontana… Sono sincero, è una stagione per noi molto intensa e difficile. Ora la classifica si è messa a posto ma non è sempre stata tranquilla. Tutti i miei pensieri erano e sono focalizzati sull’ottenimento dei risultati. Indubbiamente sarebbe stato un gran regalo, ma non posso rimanerci male. Il fatto che qualcuno ci abbia pensato mi riempie comunque di orgoglio”.

Sul momento: “La squadra ha un percorso, lo sta facendo. Ha una grande percentuale di ragazzi nuovi, abbiamo avuto molti ‘problemi’: siamo dovuti diventare squadra e non abbiamo potuto farlo fin da subito. C’è voluto del tempo ma ora finalmente sta maturando. Molti sono alla prima esperienza in A e la cosa importante è che ci sia crescita. Il confronto ottimo è con la Samp: all’andata abbiamo dato loro merito, al ritorno ci siamo presi la vittoria. Mi auguro che il trend sia quello della crescita. Impariamo dagli errori fatti e lavoriamo per commetterne di meno. Questo è l’unico modo che abbiamo per credere alla salvezza. Avere una certa classifica permette di lavorare con meno ansia e con un altro spirito, ma sappiamo che a fine anno dovremo comunque raggiungere una determinata cifra”.

Sulle parate: “Con il Milan ce ne sono state tante: Saelemaekers mi ha fatto i complimenti, su Ibra non è stato facile perché mi sono trovato a centro porta dovendo intervenire sotto la traversa. Loro hanno iniziato a buttare tanti palloni in avanti e devo dare merito ai difensori che hanno retto molto bene contro attaccanti forti. Non era assolutamente facile. Lukaku? Quella parata era una situazione particolare: ho provato ad invitarlo ad andare sul destro e sul rimpallo è andato tutto bene”.

Sul miglioramento in difesa: “Alla base c’è il lavoro che si fa. Molti di noi al primo anno stanno giocando insieme: Reca, Nikolaou e Amian sono qui dal primo anno. Con i risultati e il tempo affini l’intesa e i movimenti: sono tutti giovani e hanno margini di miglioramento”.

Sulla partita della svolta: “Penso che Napoli sia stata particolare e abbiamo affrontato una squadra in grande forma. Non eravamo messi al meglio in classifica e abbiamo giocato con la testa libera. Eravamo convinti che qualcosa potessimo fare e abbiamo ottenuto un risultato importante. Quella con il Genoa ci ha dato la consapevolezza: se fai partite in un determinato modo porti a casa il risultato. La cosa più importante è aver capito di dover essere impeccabili: per ottenere risultati bisogna avere voglia ed essere determinati”.

Su cosa mancava: “Il periodo novembre-metà dicembre è stato quello delle maggiori difficoltà. Forse non abbiamo dato il massimo nelle nostre potenzialità. Fa parte della crescita e del gioco, non può andare sempre bene. Per me è importante trarne una lezione e mi auguro che questo sia stato fatto”.

Sul dualismo con Zoet e il futuro : “Sul campo non è il portiere che determina il risultato, ma il collettivo. Quanto resto? Sto bene qui, anche la mia famiglia. Mi trovo bene con tutti ed è un discorso che va affrontato con la società. A Spezia sono veramente felice, anche perché dopo alcuni momenti difficili sono calcisticamente rinato. Ovvio che il sogno sia arrivare più in alto possibile ma voglio togliermi soddisfazioni qui”.

Sul rinnovo: “La società ha la possibilità di prolungare ulteriormente di un anno e lo sta facendo. Quindi il contratto scadrà nel 2023. Poi discuteremo con la società per un eventuale nuovo contratto”.

Sul gioco con i piedi: “Il calcio è in costante evoluzione e penso che il ruolo del portiere sia sempre più importante. Non è più solo marginale, deve essere coinvolto maggiormente, giocare più avanti. Il futuro è quello di un ruolo quasi da movimento che può usare le mani. Cerco di migliorare su tutti i fondamentali necessari, perché penso sia importante saper fare tutto. In fase di possesso usando il portiere si ha un uomo in più e si dà alla squadra la possibilità di essere meno timorosa e non abbassarsi. Per me è importante che questo ruolo possa ricoprire un po’ tutto”.  

Sul rigore su Leao: “Ci sta il rigore, ma sono convinto che in mezzo al campo sarebbe stato fischiato un normale fallo a gamba tesa dell’avversario. Ho sbagliato, ne ho parlato anche con l’arbitro, però ho visto tanti interventi uguali in mezzo al campo e fischiati a gamba tesa”.

Su chi tira meglio: “Verde e Manaj su tutti, ma sono molto bravi anche gli altri”.

Sul rapporto con Motta: “Penso che sia una fortuna che quando le cose non vanno bene ci siano frizioni. Significa che ci si tiene e si vuole dare il contributo, a partire dall’allenatore. Se tutti fossimo ‘amici’ mi sarei preoccupato, perché dalle scintille nasce qualcosa. Dai momenti duri e delicati è emerso qualcosa di positivo: quando uno si arrabbia e ci resta male poi si trova la chiave. Io credo fortemente in questo e che ci sia l’unione di intenti da parte di tutti”. 

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