30 Settembre 2022 - 09:15

Nzola si confessa: “Ho sbagliato, non ero io. Ma ora sono tornato”

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Parla poco, ma quando lo fa le sue parole colpiscono sempre, in un modo o nell’altro. Mbala Nzola torna a chiarire tante cose di se stesso dopo una stagione che più nera non si può culminata ora in una rinascita acclarata da tanto impegno e già quattro gol in stagione. Gotti non lo toglie mai dal ruolo di punta e lui lo sta ringraziando con prestazioni di grande qualità. A La Gazzetta Dello Sport è perciò pronto a svelare la sua verità su quello che è mancato fin qui.

Irretito

Non ero più io, per la prima volta nella vita non avevo la forza di reagire. Ogni cosa sembrava andare male e mi chiedevo perché tutti ce l’avessero con me. Non vedevo l’ora che finisse la stagione per ripartire” spiega. E ora è tornato. Come lui stesso ammette, nei mesi scorsi ha sbagliato ma è stato anche sfortunato, in una parola si è perso. E si apre: “Di sicuro ho avuto colpe, non nascondo le responsabilità. Però non era tutto così nero e sbagliato, io mi sono lasciato andare quando la situazione è precipitata, ma per fortuna ho ricevuto anche aiuto da mia mamma“. La preghiera la chiave, con i familiari, per la vita e per il calcio.

L’orecchino

Fra i (tanti) episodi che lo videro protagonista fu clamoroso quello del piercing contro l’Inter: “Per la fretta sbagliai il lato su cui premere per toglierlo e non veniva più fuori. Una fatalità incredibile visto che nello spogliatoio l’ho levato in mezzo secondo. Ho ricevuto tanti insulti. Pago il mio carattere, forse. La gente pensa che sia freddo e non rida mai, ma non sono così. Chi mi conosce lo sa“. E anche quella di non parlare è stata una scelta precisa: Nzola chiarisce come preferisca prendersi colpe non sue piuttosto che fare polemica. E reagire era difficile col morale basso. “Ero triste perché in campo non mi riconoscevo, sembrava tutto scritto che qualsiasi cosa facessi non servisse” racconta.

Il riscatto

E poi, finalmente, la rinascita: “In estate ho pensato tanto e mi sono conosciuto ancora meglio. Lo Spezia mi ha fatto capire che punta su di me, Gotti mi ha dato fiducia e a me basta poco. Mi sono presentato al ritiro in forma per far vedere che fossi pronto. Non voglio dimostrare nulla agli altri, ma solo a me e allo Spezia e in campo si vede“. Fiducia, quindi, come parola chiave: con un po’ di libertà si riscopre il vero Mbala, che deve sentirsi coinvolto nel gruppo e con l’allenatore.

Speranze

E ora ci sono tanti sogni: “Tornare in Angola è stato bellissimo, non vedevo l’ora di partire perché non avevo quasi più ricordi. Giocavo sempre con il pallone e scappavo di nascosto ma volevo fare il pompiere“. Ma quello più importante resta uno: “Un anno da Mbala e un’altra salvezza“. Ma poi se si deve sognare si fa per bene: “Il titolo di capocannoniere – spiega – ce la posso fare. E se non ce la farò vorrei arrivare fra i primi 4-5. Sono tornato“.

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