20 Agosto 2021 - 08:00

20 agosto 2021: la storia si ripete. Oggi è già un anno in Paradiso

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E chi lo avrebbe mai detto, chi avrebbe mai anche solo potuto pensarlo. Ricorre oggi quell’incredibile 20 agosto 2020, giorno della incredibile promozione dello Spezia nella Serie A dei grandi, l’élite del calcio nostrano. Si completa oggi il primo incredibile e storico anno del club nella massima competizione italiana, nonostante i molti addii, le difficoltà e i problemi. Lo Spezia, però, c’è, nonostante tutto. La mente corre subito a quella sera della finale play-off, in un clima surreale: i tifosi assiepati fuori e i cori che fanno da contraltare al vuoto del Picco, il gol di Gyasi da difendere, il caldo torrido nonostante la notte e un’ultima sera da cadetti.  La rete di Rohdén al 61′, il salvataggio di Vignali a tempo scaduto, la gioia che esplode libera in città.

Amarcord

Ricordi che sembrano così lontani visto tutto quello che è successo dopo che fa quasi fatica pensare che siano passati “solo” 365 giorni. Anche perché quasi tutti gli interpreti di quella magica impresa non vestono più i colori bianchi. Addirittura, c’è pure una nuova (ambiziosa) proprietà. Due direttori generali, un allenatore, un presidente, tanti giocatori: lo Spezia che si presenta ai nastri di partenza della Serie A 2021/’22 è nella sua forma completamente un’altra creatura. I tre spezzini Maggiore, Vignali e Bastoni, lo spagnolo Ferrer, l’inossidabile Gyasi, il bomber Nzola, il baluardo Erlic, con Krapikas e Capradossi: questi sono i soli reduci di quell’impresa. Sempre che gli ultimi giorni di mercato non ne portino via altri. Simboli immortali di una città che ha messo le ali per il Paradiso per un’alchimia che non poteva che portare a questo epilogo. Andrey Galabinov (che proprio in queste ore ha tributato un bellissimo messaggio) trainò in semifinale con il Chievo, uno per tutti, ma non solo lui. Come dimenticare Scuffet, lo specialista delle promozioni Di Gaudio, Nino Ragusa, il mai arreso Beppe Mastinu, i leader Mora e Bartolomei, andati via troppo presto.

Album di foto

E poi chi c’era fino a pochi giorni fa: capitan Claudio Terzi, bandiera vera, Matteo Ricci, lo spezzino di adozione Genny Acampora, ma anche Ricky Marchizza, tutti artefici della seconda grande avventura che si chiama Serie A. Sembra ancora di riviverli quei momenti, con il bus scoperto per la città che squarcia la notte, scene che finora avevamo sempre visto fare “agli altri”. Se nel calcio come nella vita le grandi imprese non vengono dimenticate, anche questa volta quei gladiatori che vinsero nell’arena resteranno a memoria imperitura, qualunque sia il loro prossimo cammino. Che sia di buon auspicio, in questo periodo così complicato, ripartire dalla buona stella di un anno solare passato fra i grandi coniugando – perché no – il ricordo di un solo giorno con una storia ancora tutta da scrivere. 

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