6 Giugno 2023 - 20:00

Il teatrino della Lega e le scelte a targhe alterne: alla fine ha vinto il buon senso

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Due giorni lunghissimi. Tanto ci è voluto alla sempre attentissima Lega Calcio per decidere dove far giocare lo spareggio salvezza Spezia-Verona, per una regola da essa stessa reintrodotta a inizio stagione. Due giorni di controversie, di riunioni straordinarie, di idee partorite e poi abortite, per poi finire con la scelta più di buon senso (per fortuna) possibile. Peccato che per arrivarci ci sia voluta una quasi sommossa popolare.

A targhe alterne

Innanzitutto, le tempistiche: perché si è aspettato il lunedì dopo l’ultima giornata per pensare al problema? Direte voi, perché non si era sicuri che lo spareggio ci fosse. Vero, ma un ente competente quale la Lega è lo mette in conto. Ma questo è il minore dei problemi, perché la scellerata scelta di Udine e della Dacia Arena tutto era fuorché equa e “campo neutro”, come sbandierato nel format stesso. Oltre 5 le ore di viaggio per la squadra di Semplici, poco più di 2 per quella veronese, con la bellezza di quasi 200 chilometri da fare “a braccetto” nel tragitto verso il Friuli, in cui ogni area di sosta può trasformarsi in una guerriglia. Una decisione non certo lungimirante e soprattutto a targhe alterne, visto che i governatori del calcio sottolineano sempre l’importanza di preservare l’ordine pubblico (si è fatto anche in corrispondenza della festa scudetto del Napoli!) ma poi non si accorgono della potenziale bomba ad orologeria che rischiano di innescare. Tutto questo senza rimarcare la clamorosa discrepanza nella distanza fra le due città e il fatto che al martedì della settimana dello spareggio ancora non si conosceva nemmeno l’orario della partita.

Rivolta popolare

Ci è voluta una vera e propria rivoluzione per far ragionare chi ha scelto (o voluto scegliere) in prima battuta: non solo i tifosi, che hanno pure minacciato di boicottare la trasferta, ma anche le istituzioni, da Peracchini a pure i sindacati della polizia. Mettendo di fronte ognuno alle proprie scelte. In questo senso, senza parlare pubblicamente ma con un lavoro in prima persona, anche la società Spezia ha avuto un importante ruolo. E così, alla fine ha vinto il buon senso: già, proprio quello che in ogni situazione dovrebbe prevalere sin da subito.

Figuraccia

Questa volta la toppa non è peggiore del buco (e questo visti alcuni precedenti è già un successo), ma la figuraccia resta. Prima di tutto perché la “leggerezza” dimostrata in decisioni come questa è palese, poi perché una Lega che già viene presa abbastanza di mira dai tifosi di quasi tutte le squadre più o meno a ogni giornata non ha saputo fare niente per evitare di creare un problema. Tempistiche lente, poca flessibilità e uno spareggio che alla fine vale una vita sportiva per Spezia e Verona, non proprio uno scherzo. Questa volta è andata “bene”, ora la parola passa alla designazione e poi al campo.

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