Lo Spezia crolla clamorosamente contro la Feralpisalò, dopo cinque risultati utili e mette un piede in Lega Pro. Come scrive Il Secolo XIX, D’Angelo si gioca tutte le sue carte con il preciso intento di mettere alle corde fin dalle prime battute gli avversari, ma la Feralpi non ci sta e tiene bene il campo, giocandosela con il palleggio e cercando di far valere la superiorità numerica nella zona nevralgica dove Esposito e Jagiello se la vedono con Fiordilino, Kourfalidis e Di Molfetta. Il tecnico degli aquilotti fa salire a turno i terzi di difesa per non alterare gli equilibri, ma lo Spezia per lunghi tratti non decolla anche perché il suo uomo migliore e più fantasioso, Verde, viene tenuto lontano dalla manovra, sconfinato tristemente sulla sua mattonella a destra e chiamato in causa poche volte.
Nagy fuori a sorpresa
Sorprende l’esclusione iniziale di Nagy, un giocatore che dà equilibri e coperture fondamentali nelle transizioni passive, uno dei pochi ad intuire le linee di passaggio degli avversari. La sua saggezza tattica copre le spalle ad Esposito, che ha quindi più libertà nell’impostazione del gioco e nella finalizzazione dell’azione. Senza il nazionale ungherese lo Spezia sembra non ritrovarsi per almeno un tempo. Jagiello non ha il suo dinamismo e i suoi tempi di gioco e giocando troppo lontano dalla porta non è efficace come in altre occasioni. Dopo una decina di minuti della ripresa D’Angelo prova a rimediare inserendo Nagy e Di Serio passando al 4-4-2, che tanto aveva entusiasmato con il Cittadella. Poi da un’ulteriore sterzata cercando di dare più vivacità sulle corsie laterali con Cipot e Bandinelli spuntano i vecchi fantasmi. La Feralpisalò fa il suo compitino, fa densità davanti a Pizzignacco e porta in dote tre punti pesantissimi.
LE NOSTRE PAGELLE DEL MATCH
D’ANGELO: “COMMESSI ERRORI CHE NON POSSIAMO PERMETTERCI”
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