23 Febbraio 2023 - 13:56

Juve, nell’inchiesta Prisma spunta la ‘Carta Mandragora’

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Sulle pagine di Repubblica emerge un nuovo retroscena sulle manovre della Juventus al centro dell’inchiesta Prisma, legata a plusvalenze e stipendi. Secondo il quotidiano, infatti, il club bianconero avrebbe stipulato accordi segreti anche sulle cessioni dei calciatori ad altre società, utilizzandoli come “banche” per far quadrare i conti. La Procura di Torino sta ascoltando testimoni e bene informati a un mese dall’udienza preliminare, con la Juve già accusata di falso in bilancio e false comunicazioni al mercato.

La ricostruzione

I PM stanno indagando su alcuni rapporti di partnership, come quello con l’Udinese. Nel 2020 è stata soprattutto la parabola di Mandragora e secondo quanto evidenzia il quotidiano ci sarebbero delle side letter sottoscritte dai dirigenti torinesi dietro ai famosi impegni morali. Il centrocampista – oggi alla Fiorentina – fu acquistato per 20 milioni dall’Udinese, fruttando una plusvalenza di 13,7. Dopo l’infortunio, il calciatore tornò alla Juventus per 10 milioni + 6 di bonus utilizzando il diritto di recompra, ma rimanendo in Friuli in prestito. La Procura sospetta che si trattasse di obbligo di riacquisto mascherato dalla Juve (che avrebbe dovuto acquistarlo nuovamente a 26 milioni, non assolvendo quindi nemmeno all’intera somma). Mandragora e il padre agente sono già stati ascoltati, oltre al vice presidente dell’Udinese Campoccia.

Non solo l’Udinese

Ma il caso non sembra essere isolato: si parla di altri 14,5 milioni di debiti con l’Atalanta (non messi a bilancio) per Mattiello, Muratore, Caldara e Romero. Per Dybala, ascoltato ieri, la situazione è diversa: il legale della Joya avrebbe chiesto un risarcimento al club che lo aveva illuso di rinnovare, raggiungendo un accordo di 3 milioni iscritti nel nuovo bilancio come fondo ricschi. Ma la cifra è sospetta, visto che il debito con la Juve era di 3,7 milioni, ma per gli stipendi prorogati dal Covid.

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